mercoledì 28 settembre 2011

Al Comandante Angelini

Sono quello a cui lei ricordava continuamente di metterci più grinta. Non può ricordarsi di me, ne ha avuti tanti di allievi. Ma io di lei mi ricordo, eccome. Ce ne ho messa di grinta nella vita, Comandante Angelini, e molto anche grazie a lei.
Lei ha fatto molto di più che fare di noi degli ottimi ufficiali, Comandante. Lei ha fatto di noi degli UOMINI. Allora non lo sapevamo, L'abbiamo capito dopo, nel prosieguo della vita.
Ricordo sempre cosa mi disse il mio Comandante di Battaglione del 3° Granatieri quando ci congedammo, noi ufficiali usciti dal 121° :«Vi faccio tanti auguri, ragazzi. Adesso comincia il difficile. Fuori di qui c'é un branco di belve che vi aspetta.»
Questo discorso avrebbe potuto benissimo farcelo lei, e per gli stessi motivi. Oggi, dopo tanti anni di vita trascorsa in questo mondo pieno di belve, siamo in grado di capire perché. E di ringraziarla, Comandante, lei e gli altri ufficiali comandanti che abbiamo avuto. Ora è chiaro perché eravate così spietati. E il bene che ci avete fatto. Siamo diventati uomini veri grazie a voi.
Chi è stato a Cesano, a Monte Romano, a Forte Bravetta, con il Colonnello Angelini, con il Capitano Foti, con il Sottotenente Del Piero, non ha paura di nulla. Perché gli è stato insegnato tutto quello che serve. Nulla di più, nulla di meno.
Potrei continuare spendendo tante parole. Le parole che ognuno di noi 140 ex allievi del 121° potrebbero rivolgerle, dicendo tutti le stesse cose. Preferisco limitarmi a dire che mi dispiace che mio figlio (e tutta la sua generazione) non potrà usufruire della fortuna che ho avuto io: il servizio militare, con tutto quello che insegna, e maestri di vita come lei. Come voi. E questo, inevitabilmente, gli mancherà. Mancherà a tutti i giovani italiani.
Io so che è così. Io sono stato a Cesano, con lei. E per quanto questa disgraziata Patria faccia di tutto ogni giorno per spingerci a pentirsi di avere dato 15 mesi della nostra vita per servirla (ma molto di più, se ci pensiamo bene.... tutta questa nostra vita), non me ne pento affatto. Anzi, ne sono orgoglioso ora più che mai. Quello che ho ricevuto a Cesano non ha prezzo.
Io c'ero. Grazie di tutto Comandante.
Uno dei suoi ex-allievi
Simone Borri

mercoledì 6 luglio 2011

Le foto del mio profilo

A dar retta, quasi ogni giorno ci sarebbe una ricorrenza. Sarà che si invecchia, i giorni dietro le spalle sono molti di più di quelli ancora davanti, le cose accumulate sono tante, le persone da ricordare anche. Immagini e musica che scorrono, e che ogni tanto, anche da prima che esistesse Facebook, viene voglia di fermare su un singolo fotogramma. Finché, passato il giorno fatidico, è ora di riporre la foto nell'album, fino all'anno prossimo...
Questa prima settimana di luglio è sempre stata fatidica per me. Mio nonno e mio padre festeggiavano il compleanno a pochi giorni di distanza. Ora che non ci sono più, tocca a me ricordarli con più intensità in questi giorni. rendermi conto che è vero il detto, "finché son vivo io, son vivi anche loro". Se Dio vorrà, tra un anno foto, musica e ricordi torneranno fuori per celebrare nient'altro che il fatto che siamo stati vivi un anno di più. E che vita.
Stamattina ho incontrato mio figlio che andava a scuola, in motorino. Ha quasi 18 anni, cresce proprio bene. Sarà che si invecchia, ma mi sono commosso. E ho provato anche orgoglio, sì. La vita continua, e continua proprio bene. Non so che ricordi avrà lui, un giorno, quando io non ci sarò più. Io, a vederlo adesso, come stamani, penso di aver fatto un capolavoro, l'unico ma il più importante. E' l'immagine più bella, e la festeggio con quella della tigre e del tigrotto, che ormai cammina bene con le sue gambe e sta lasciando per sempre la presa rassicurante del padre, o della madre.....
All'anno prossimo.

(6 luglio 2011)