venerdì 2 dicembre 2016

A coloro che erediteranno l'Italia



Cari ragazzi dell’età di mio figlio, tra poche ore verrete chiamati al seggio elettorale, chi per la prima, la seconda o la terza volta. Stavolta è diverso, non c’è da eleggere un Parlamento, un Consiglio Regionale o Comunale. Stavolta c’è da esprimere un parere.
Non si parla di acqua, di nucleare, di caccia, di divorzio o di aborto. Tutte cose importanti. Ma stavolta si parla della cosa più importante di tutte.
Non per nulla si chiama Costituzione. L’atto costitutivo di una comunità organizzata, com’è il paese, la nazione in cui anche voi siete nati e di cui – che vi piaccia o no – fate parte.
Non c’è cosa più importante, da essa deriva tutto il resto, e la possibilità di regolarlo e viverlo come più ci piace.
Tra poche ore, vi chiederanno se la vecchia Costituzione del 1947 debba essere cambiata, nel modo che propone il partito che sta oggi al governo, oppure se debba rimanere com’é.
Per sei mesi, i comitati del SI e del NO vi hanno – e ci hanno - bombardati di discorsi, spiegandovi da un lato perché bisogna cambiare per diventare più efficienti, dall’altro perché bisogna lasciare le cose come stanno, perché chi vuole cambiare non vuole l’efficienza, vuole solo più potere. Sottinteso, per usarlo male.
Per sei mesi, avete reagito – forse anche giustamente – smorzando il volume, cambiando canale, facendo una palla di giornali e opuscoli informativi o pseudo – tali. Con l’insofferenza tipica della vostra età (che tutte le altre età non possono che invidiare, non date retta alle critiche interessate), avete alzato le spalle passando ad altro, e sperando che questo ennesimo polverone e questa gran cagnara imbastiti come al solito dagli adulti si depositino e si acquietino presto.
Nessuno ha saputo parlarvi con un linguaggio a voi comprensibile. Spiegandovi magari perché potete anche saltare la votazione per un Parlamento, un Consiglio Regionale o Comunale, perfino per un referendum importante come quelli che ci sono caduti sulla testa a pioggia negli ultimi anni. Ma questa a cui sarete chiamati fra poche ore, no, forse non è il caso che la saltiate.
Forse è il caso che stavolta ci andiate, a quel benedetto seggio elettorale. E forse è addirittura il caso che stiate ben attenti a quale delle due caselline andrete a barrare. A differenza dei videogames con cui vi abbiamo lasciato crescere, qui non ci sono vite supplementari, il gioco non è resettabile, è un gioco terribilmente serio, gli sbagli si pagano e salati, nel corso della vostra vita e di quella di coloro che un giorno saranno i vostri figli e nostri nipoti.
Non abbiamo saputo darvi una grande educazione, e questo è colpa nostra. Cresciuti a nostra volta in un’epoca in cui una facile rivoluzione dei costumi ha portato a confondere menefreghismo con libertà, siamo risultati forse dei pessimi genitori. Forse adesso è tardi per cercare di recuperare il tempo perso, e tentare di spiegarvi in queste poche ore rimaste perché questo è un momento cruciale, importantissimo, e non si può non rispondere alla chiamata.
Perché chi vi invita a votare SI perché l’Italia cambi con voi e per voi non necessariamente vi vuole bene. Perché chi vi chiede, in qualche caso vi supplica, di fare la vostra parte votando NO non è necessariamente un vecchio approfittatore di “casta”, che si mangia il vostro futuro. Magari è soltanto qualche genitore svegliatosi un po’ tardi che ha una paura fottuta che non lo avrete, quel futuro che sognavamo per voi quando vi abbiamo messo al mondo.
Chi vi dice di votare spensieratamente per il SI, vi fa credere che modificare una Costituzione sia un gioco – appunto – da ragazzi. Non lo é. Le regole del gioco una volta cambiate non si resettano, se non a prezzo di sacrifici enormi, e sanguinosi. Non si tratta di accelerare il processo di formazione delle leggi, né di aumentare la competitività del Sistema Italia, o di soddisfare richieste che ci vengono dall’Unione Europea a cui apparteniamo. Queste sono tutte sciocchezze, spesso enunciate anche in malafede.
Si tratta semplicemente – per chi ha promosso la modifica - di scardinare il vecchio, in qualche modo efficace, equilibrio dei poteri. Di far si che chi li detiene abbia sempre più influenza sulle nostre vite, e a noi sia lasciata sempre meno possibilità di contrastare quell’influenza.
I ragazzi del 1945
La vecchia Costituzione è del 1947. Noi, i vostri genitori, non eravamo nati. I vostri nonni erano bambini, al limite avevano giusto la vostra età di adesso.
I vostri nonni e bisnonni erano ragazzi come voi, con i vostri stessi sogni e la vostra stessa insofferenza alle costrizioni. Un bel mattino si svegliarono dentro una guerra che non avevano voluto, sotto una dittatura feroce. E per recuperare la pace, la libertà, la stessa sopravvivenza, dovettero imbracciare un fucile, anziché impugnare una matita copiativa come quella che vi verrà consegnata domenica ai seggi.
Per questo, chi di loro sopravvisse, nel 1947 fece molta attenzione a quello che scriveva nella Costituzione della nuova repubblica. Per questo raccomandò alle generazioni successive di fare attenzione a quei cambiamenti che sarebbero stati da fare negli anni successivi. Perché nessun ragazzo delle generazioni seguenti si trovasse più a dover riprendere in mano un fucile, come era toccato a loro.
Chi vi chiede di votare NO vi chiede di ripensare alla storia dei vostri nonni e bisnonni, che noi genitori vi abbiamo raccontato poco e male. Nati nel benessere anche noi, lo abbiamo dato per scontato senza riuscire a trasmettervi il senso di quello che invece a noi era stato insegnato. La libertà, diceva una grande giornalista del passato, Oriana Fallaci, non è per sempre, non si conquista mai una volta per tutte.
Sono passati tanti anni da quando fu fatta la Costituzione della repubblica di cui siete cittadini. E di nuovo spirano venti gelidi di sopraffazione, di riduzione di diritti che sembravano imperituri, di peggioramento di un tenore di vita che sembrava stabilito per sempre. Non siamo più abituati a lottare per i nostri diritti, voi forse lo siete ancor meno e – ribadisco – la colpa è solo di noialtri, i vostri genitori.
La Costituzione non è tutto, bisognerà cambiare piuttosto la testa dei cittadini e rimettersi ad affrontare le cose come facevano i nonni e i bisnonni. Ma le regole del gioco intanto sono importanti. Adesso ci tolgono una delle Camere, domani con la stessa spregiudicatezza ci toglieranno anche l’altra. E magari sarà tardi perché qualcuno possa raccontarvi cosa si fa in questi casi. Dove sono finiti, in quale soffitta, il vecchio fucile da partigiano del nonno, la bandiera delle Brigate Garibaldi, la copia della vecchia Costituzione per riscriverne un'altra simile se e quando la nuova resistenza sarà finita. E finita bene.
Ci sono all’opera poteri ancora più oscuri dell’Oscuro Signore che minacciava quella Terra di Mezzo che conoscete molto bene. Ancora è possibile fermarli con una croce barrata sulla casella giusta. Quella del NO.
I NO aiutano a crescere, dicevano quei pedagogisti che non abbiamo voluto ascoltare al momento di educarvi, credendo di rendervi la vita più facile.
I ragazzi del 2016
Non fate come noi, assicurate davvero un futuro ai vostri figli, migliore di quello che siamo stati capaci di assicurare noi a voi. Lasciate arrivare fino a loro una vecchia ma funzionale Costituzione che avrà avuto anche tanti difetti, ma non quello di permettere a nuovi prepotenti, bulletti del centro e della periferia e clarette petacci d’occasione, di costringervi a rimettere o prima o dopo una camicia nera.
Per sopravvivere nel mondo moderno, una sana e robusta Costituzione – come si diceva una volta – è essenziale. Noi ce l’abbiamo, grazie a chi ce l’ha lasciata in regalo, con preghiera di maneggiarla con cura. Difendiamola, come ci chiese una volta di fare il vecchio presidente Pertini, uno che l’aveva scritta prima con le pallottole da partigiano e poi con la penna da deputato alla Costituente. Almeno fino a che non avremo trovato qualcosa di meglio, se esiste.
Forza ragazzi, è venuto il vostro momento. E’ il vostro futuro quello per cui andate a votare domenica.

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