martedì 6 dicembre 2016

LEGENDS




Il giorno dopo, freddati gli entusiasmi suscitati dalla storica difesa della Costituzione antifascista, arrivano le conferme di quanto si temeva. La Casta il potere non lo molla, Mattarella è un vecchio arnese del trasformismo democristiano, e farà di tutto – quanto e più di Napolitano – per difenderne posizioni e privilegi. Renzi è congelato fino alla legge di bilancio, poi ci sarà la legge elettorale, poi qualche pubblica calamità (è inverno, non mancano). Insomma, di riffa o di raffa, il calcolo è di tirarla per le lunghe per superare – come altre volte – il momento difficile.
Magari stavolta il calcolo non torna. Hanno un bel dire i renziani che il 40% dell’elettorato espressosi è con loro. Se avessero studiato qualcosa sui banchi di scuola, saprebbero che in Italia il perdente ha perso e sparisce un attimo dopo la sua sconfitta. Il 24 aprile 1945 erano tutti con Mussolini, il 25 nessuno lo conosceva più ed erano tutti con Baffone.
Chi ha votato Si, lo ha fatto in parte per interesse (e quindi sta già cercando cavalli più sicuri da cavalcare, se non glieli hanno già indicati le sue appartenenze, diurne e notturne), in parte per ignoranza (nel senso che ignorava di cosa si parlasse, o per aver sprecato il tempo passato su quei banchi di scuola, o per essersene dimenticato), in parte per servilismo verso un padrone (e in analogia alla prima fattispecie ne sta già cercando un altro, riposizionandosi in fretta e furia ma comunque sempre a 90°), in parte per consapevolezza: che se il PD va ai maiali è finita una pacchia che dura dagli anni 70, dai tempi del Movimento Studentesco, quella in cui la politica ha consentito a tanti di sbarcare il lunario facendo tutto fuori che lavorare.
E’ tutta gente che sta risalendo in rotta le chine che aveva orgogliosamente disceso, per dirla con il generale Armando Diaz. Del resto questo è un Bollettino della Vittoria, la citazione ci sta. E’ gente in fuga, magari piena di livore vendicativo, e ritirandosi farà danni, compirà razzie, distribuirà altro male.
Come già Monti prima di lui, Matteino è tentato di fondare il suo partito, il ridotto renziano della Valtellina. Scoprirà quello che hanno scoperto personaggi di spessore comunque ben superiore al suo. Un attimo dopo aver lasciato Palazzo Chigi, del suo esercito non resterà più un solo uomo.
Al PD lo aspettano per la resa dei conti a lungo rimandata. Se ti metti contro un D’Alema (per dirne uno), prega di vincere alla prima, perché non ti lascerà il tempo di sparare un secondo colpo. Sei una vipera che attacca un Black Mamba, auguri. Per chi è comunque spettatore esterno e interessato soltanto alla liberazione di questo Paese dalle camicie rosse, che si ammazzino tra loro, e con loro tutti questi orfani improvvisi della sinistra le cui magnifiche sorti e progressive questo Paese l’hanno condotto quasi alla rovina. Per quanto mi riguarda, mi stava sulle scatole Enrico Berlinguer, figuriamoci se posso avere umana comprensione e simpatia per questi scazzabubboli che ne aspirano all’eredità. A cominciare da quell’altro Enrico che si è candidato alla successione di Renzi ancora prima che questi cominciasse il suo discorso di annuncio delle dimissioni.
Il vecchio Berlusca l’ha indovinata anche questa volta: lasciate che quelli restino dove sono, e si ammazzino fra sé. In questo senso fanno gioco anche l’arbitraggio alla Damato di Sergio Mattarella e la stessa sicumera dei democrats superstiti che vedono quel 40% di voti così come Mussolini vedeva quei famosi otto milioni di baionette.
Dice: ma toccherà votare Grillo. Cari signori, c’è da buttare giù un regime, chi salì sul Muro di Berlino il 9 novembre 1989 non stette a chiedersi chi votare dopo Honecker. Sono il primo ad essere perplesso a proposito dei Cinque Stelle, avendoli praticati, ma qui ci sono loro, come disse quel sergente delle Giubbe Rosse. Soltanto loro. E se si mettono per una volta d’accordo con le altre opposizioni (Berlusconi, Salvini, Meloni) forse riescono davvero a liberarci da questa pietra al collo che è stato il partito comunista e post-comunista per 50 anni, di cui gli ultimi 20 drammatici.
Che poi una Raggi sia peggio di un Nardella o un Di Maio peggio di Renzi raccontatevelo per consolazione e raccontatelo ai vostri nipoti come favola della buona notte, se almeno loro vi stanno a sentire. Quanto a Grillo, è stato un utile idiota, come avrebbe detto quello Stalin che è ancora segretamente nei cuori di tanti votanti del SI. Utile perché senza le sue piazzate e i suoi vaffanculo staremmo ancora qui a discutere se il prossimo incarico darlo a Fassino piuttosto che a Veltroni, ma anche alla Serracchiani.
C’è da dire vaffanculo adesso,e  forse Grillo è ancora utile, poi il Movimento dovrà andare avanti con altre gambe, o sparire a sua volta come altri prima di lui.
Intanto, la Costituzione del 1947 permette a Mattarella di fare i suoi giochi di prestigio, ma anche a chi di quei giochi non ne può più di preparare scenari futuri diversi. Se avesse vinto quel 40% che adesso rivendica una surreale maggioranza assoluta all’italiana, non sarebbe stato così.
Un giorno, anche quelli del SI ringrazieranno chi ha votato NO. Viva l’Italia, viva la Costituzione.

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