lunedì 5 ottobre 2015

DIARIO VIOLA: Una squadra sola al comando



Vincenzo Nibali trova la fuga giusta per aggiudicarsi il Giro di Lombardia negli ultimi tornanti che da Civiglio a San Fermo della Battaglia provocano l’ultimo strappo prima dell’arrivo sul rettilineo nel centro di Como. Dopo sei ore estenuanti gli ci vogliono gli ultimi sei chilometri per fare la selezione e presentarsi al traguardo come uomo solo al comando. E’ la “classica delle foglie morte”, l’ultima gara autunnale che chiude la stagione ciclistica.
La stagione calcistica invece è appena all’inizio, siamo alla settima giornata, e c’è già una squadra sola al comando. Firenze si sveglia capolista per il secondo lunedi consecutivo, ma stavolta in solitario. E pazienza se è un lunedi nebbioso e umido. L’aveva detto Giovanni Trapattoni che lassù ci fa tanto freddo. Basta coprirsi bene. A buon intenditor – non certo l’ottimo Paulo Sousa di questo avvio di campionato – poche parole.
A differenza di Nibali, per la Fiorentina la gara che vale il primato assoluto si mette per il verso giusto fin dalle prime curve. Blaszczykowski – di seguito indicato come Kuba, come si dice negli atti pubblici, e per ovvi motivi - sta ritrovando la vecchia condizione e il suo scatto in area al quarto minuto è di quelli micidiali. Ci vanno in due atalantini su di lui, e lo travolgono nel più clamoroso dei sandwich. L’arbitro Carmine Russo di Avellino non ha dubbi, la sua decisione è ineccepibile a termini di regolamento: rigore ed espulsione diretta del malcapitato Paletta.
Dei due orobici per la verità non è quello che provoca il fallo, ma è quello che lo conclude più vistosamente. L’argentino va negli spogliatoi, Josip Ilicic per la seconda domenica consecutiva va sul dischetto del rigore quando ancora qualche spettatore non ha finito di sistemarsi sul proprio seggiolino. Si può discutere sul regolamento che per la seconda volta mette in dieci fin dalle prime battute l’avversario della Fiorentina, ma finché questo è in vigore c’è poco da dire. Si può semmai meravigliarsi che gli arbitri finora siano stati così ligi al dovere con la Viola. Qualche battuta già serpeggia sugli spalti, stai a vedere che Renzi ha fatto davvero il decreto Salvafiorentina.
Chi non si può più discutere davvero è Josip Ilicic, giocatore assolutamente rinato. Lo sloveno ha un altro atteggiamento in campo, prima ancora che un altro passo. Il resto ce lo mette l’allenatore, che sembra aver trovato il posto e le motivazioni giuste per ciascuno dei suoi giocatori. Paulo Sousa ha indubbiamente il vento che soffia potente alle sue spalle, perché tutte le sue scelte in questo momento si rivelano azzeccate. E’ un dato di fatto però che la Fiorentina di questo inizio d’autunno appare una squadra che gioca più che bene. Gioca “micidiale”. Gioca essenziale, andando a cercare punti deboli dell’avversario e punti che la mantengano lassù dove fa più freddo ma si sta tanto bene.
Insomma, Ilicic la mette in rete con grande sicurezza, Sportiello da una parte, pallone dall’altra. Da quel momento comincia uno show viola fatto di schemi da stropicciarsi gli occhi e di giocate individuali da cineteca.
Difficile dire chi è il meglio in campo di questa Fiorentina, tra Alonso, Ilicic, Kuba, Kalinic, un Borja Valero come l’avremmo sempre voluto vedere. Lo spagnolo compie un solo errore sulla propria tre quarti, e potrebbe costare caro alla Fiorentina se Tatarusanu non timbrasse il cartellino da par suo nell’unica circostanza in cui gli viene richiesto. Non correrà più grossi rischi la retroguardia viola da quel momento, ma questo è sufficiente a far dire a Sousa nel dopopartita che proprio sulla fase difensiva di questa squadra c’è ancora da lavorare.
Davanti invece i suoi uomini sono uno spettacolo. Le occasioni per raddoppiare, e con bello stile, non mancano. Il mister portoghese si mostra insoddisfatto semmai della prova di Bernardeschi, ma è proprio il ragazzino dal grande talento a cavargli le castagne residue dal fuoco per la seconda partita consecutiva dopo Lisbona. Il suo assist d’istinto per il “dai e vai” a Borja è splendido, e mette lo spagnolo a tu per tu con Sportiello, con la palla giusta per segnare un gol dei suoi. Il madrileno da lì non sbaglia mai, il gol lo carica ulteriormente per un prosieguo di gara che alla fine gli vale una delle standing ovation più sentite da parte dello stadio Franchi, allorché lascia il posto ad un altrettanto motivato Mati Fernandez.
Poco prima, applausi scroscianti per Bernardeschi rilevato da Vecino e per Ilicic sostituito dal neo acquisto Verdu. Il pubblico di Firenze è appagato da quanto ha visto, a questo punto applaudirebbe anche il magazziniere dello stadio, ma le ovazioni stasera sono tutte meritate. E quando già si dispone ad un tranquillo e felicissimo rientro a casa, dopo una ripresa trascorsa ad assistere all’accademia del calcio offerta dai propri beniamini, ecco che proprio Verdu regala la ciliegina sulla torta.
Kalinic ha cercato per tutta la partita il gol personale, ingolosito da una classifica cannonieri che dovrebbe vederlo protagonista. Non è stata la sua serata, ed è bene lasciare qualcosa anche per le prossime difficilissime partite. Meglio improvvisarsi assist man, sia di tacco che di punta. Nell’ultima occasione prima del fischio finale, eccolo pescare lo spagnolo appena entrato con uno spiovente di primissima intenzione.
Verdu dimostra di non essere venuto qui soltanto ad aggiustare bilanci e plusvalenze. Il suo interno destro al volo ricorda molto un Salvatore Bagni d’annata e si infila alle spalle dell’attonito Sportiello consegnando il suo autore alla gioia della sua gente. Il 3-0 finale inoltre è un risultato che risponde molto di più a quanto si è visto sul campo. Sulla Fiorentina capolista nessuno tra l’altro sembra avere più da discutere. Le marmellate bisogna comunque saperle fare, e Paulo Sousa sembra saper scegliere la frutta adatta e cucinarla al punto giusto.
E’ un momento felice per la Fiorentina, che durerà i quindici giorni della sosta per la Nazionale. Dopo l’azzurro dell’Italia, ai supporters viola si parerà davanti quello di Napoli. Sarà un test di importanza fondamentale per misurare le ambizioni della capolista, subito dopo doppiato da quello offerto dalla Roma che verrà al Franchi. Ne sapremo molto di più tra un mese su quanto freddo avrà fatto in vetta al campionato e quanto bene si sarà coperta questa Fiorentina. Ieri sera Andrea Della Valle sembrava molto più disinvolto nell’esternare il tifo come uno dei tanti ragazzi presenti allo stadio. La sensazione è che qualcosa stia maturando, e finalmente anche a Firenze si giochi per vincere.

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