venerdì 19 settembre 2014

DIARIO VIOLA: La Fiorentina parte bene contro Asterix

E’ la prima vittoria in un incontro ufficiale della stagione per la Fiorentina. Già questo induce a considerazioni positive. La squadra veniva da due turni di campionato in diverso modo deludenti, dopo un’estate trascorsa a vincere trofei e battere avversari di nome. Dopo aver spezzato le reni al Real Madrid la realtà era improvvisamente tornata quella di un paio di anni fa. Segnare un gol ad un avversario di categoria inferiore come il Genoa era sembrata un’impresa.
Anche la società veniva da una settimana complicata, avvelenata da polemiche strane, messaggi a distanza e a trasverso fra proprietà ed allenatore, il tutto condito da un ambiente – quello dei tifosi – che si fa un dovere di polemizzare quando si gioca bene e si vince, figuriamoci adesso che i viola sono alle prese con un normalissimo avvio di stagione in leggera salita.
C’era bisogno di una vittoria, in questo primo turno di una Europa League che si preannuncia anch’essa più difficile (almeno nel turno eliminatorio) di quella dell’anno passato. Al PAOK di Salonicco è bastato un tempo per regolare la Dinamo Minsk, con buona pace di chi pensava che questo fosse un altro girone abbordabile. Alla fine, punteggio tennistico, 6-1. Toccava alla Fiorentina rispondere, per se stessa e per il proprio futuro in Europa.
L’avversario era di quelli che sfuggono a qualsiasi definizione, prima di averci giocato. Il Guingamp è detentore della Coppa di Francia. Squadra della provincia transalpina. Avete presente quel villaggio in Armorica in cui prendono il via tutte le avventure di Asterix? Quello sfuggito alla conquista di Cesare e circondato dagli accampamenti delle legioni romane? Ecco, quella è Guingamp. Solo che di celtico vi è rimasto ben poco, ieri sera nove undicesimi della squadra erano giocatori di chiara provenienza etnica non caucasica. Asterix ormai proviene dal cuore dell’Africa Nera.
Tipica squadra da calcio francese, Paris Saint Germain a parte. Prestanza fisica e movimento, buon tocco di palla ma non eccezionale, capacità comunque di mettere in difficoltà una squadra italiana di buon livello come la Fiorentina, che ancora non ha trovato la sua condizione fisica ottimale e per la verità nemmeno le sue idee di gioco adeguate alle necessità della nuova stagione.
La prima mezz’ora infatti il gioco della Fiorentina è come la faccia di Vincenzo Montella: stralunato, quasi a dire, ma che ci faccio qui? Non è più tiki taka, non è ricerca della profondità, è quasi un piacevole “viva il parroco” dove ognuno cerca di trovare la propria posizione, la propria ragion d’essere in viola. A cominciare da Supermario Gomez, anche ieri sera ribattezzato affettuosamente il Povero Mario. Avere una palla decente in questo assetto tecnico-tattico è dura, lui si batte coraggiosamente e addirittura segnerebbe un gol al 18’, che purtroppo l’arbitro austriaco Harald Lechner è costretto ad annullare per evidente fuorigioco.
Peccato, perché con l’andare del match ed il calare del fiato Gomez non avrà altre occasioni altrettanto nette e si spegnerà lentamente, finendo per sbagliare un paio di controlli di palla madornali. Quando finalmente Bernardeschi entra a fargli da opportuna spalla, lui purtroppo non ne ha più.
Per fortuna la Fiorentina stasera ha un ottimo Kurtic, che dimostra subito di valere i soldi spesi. Lo sloveno appare l’unico, oltre al capitano Pasqual, in grado di crossare un pallone come Dio comanda, oltre che a fare bene tante altre cose. Sul suo cross si fa trovare puntuale un Vargas che dimostra di essere uno dei più avanti nella condizione, e la serata dei viola passa improvvisamente dal nuvoloso al sereno.
Poi succedono due cose. Lechner arbitra correttamente, come da norme UEFA, e al secondo fallaccio di Diallo gli tira fuori il secondo giallo, mandandolo negli spogliatoi con decisione ineccepibile. La Fiorentina in superiorità numerica, come già domenica scorsa, non ha più problemi a tenere in mano la partita. Tanto più con un Cuadrado in spolvero come stasera. Il colombiano a tratti gioca ricordando il “ragazzo che guardava le stelle”. Non è un’eresia, testa alta, passo di danza, lanci di quaranta metri al millimetro, palla accarezzata più che calciata. Per brevi istanti pare di rivedere Antognoni, e non è solo nostalgia.
Il gol di Cuadrado
JGC11 viene premiato al 66’ allorché dopo l’ennesimo controllo spettacolare scaraventa la palla alle spalle di Samassa, il Masai che il Guingamp schiera in porta. Subito dopo il fuoriclasse viola esce lasciando il posto ad un probabile fuoriclasse del futuro, Bernardeschi, e prendendosi gli applausi scroscianti di uno stadio che piano piano sta smettendo di stropicciarsi gli occhi e sta realizzando che è vero: Juan Guillermo Cuadrado ce l’abbiamo ancora noi. Ce l’abbiamo solo noi.
Tocca infine proprio a Federico Bernardeschi completare l’opera arrotondando il punteggio per la sua squadra e mettendo allo scoperto le lacune di Samassa. Il suo tiro da fuori assomiglia alle prodezze del campione che verosimilmente dovrà sostituire per qualche mese, Giuseppe Rossi. E’ anche vero che l’estremo difensore francese ci si butta sopra goffamente, e vede la palla quando ormai è già nel sacco.
Bene così, contava vincere e vincere bene. L’impressione perlatro è quella di domenica scorsa, risultato a parte. Pur nelle difficoltà iniziali, indubbiamente superiori al previsto, la Fiorentina appare una squadra in qualche modo più solida di quella della scorsa stagione. Per la maggiore maturità dei “vecchi” e per la bontà tecnica dei “nuovi”. Nel finale schiera anche un Micah Richards che ha tempo di fare una buona impressione al Franchi.

Purtroppo la Fiorentina non sa ancora se domenica a Bergamo potrà schierare un Borja Valero (infortunatosi alla fine del primo tempo) che appariva a sua volta in crescita in un centrocampo viola che sta cercando di abbandonare le suggestioni catalane per un gioco di prima assai più efficace. Aspettando tra l’altro un Vincenzo Montella che forse non si è ancora reso conto di avere una discreta squadra per le mani anche nella stagione appena cominciata.

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