lunedì 29 febbraio 2016

VIOLA NELLA TESTA E NEL CUORE: Bene bene o male male



Va in scena al Franchi il derby delle coperte corte. Eliminati dall’Europa, Fiorentina e Napoli si ritrovano in Italia per dare un senso ad una stagione tutt’altro che conclusa. Viene in mente la celebre battuta di Marty Feldman in Frankenstein Jr: “Potrebbe andare peggio. Potrebbe piovere”.
Il Napoli si gioca a Firenze buona parte delle sue ciance scudetto. Questo lo rende un cliente difficilissimo per la Banda Sousa. La Juventus è a + 4, lasciarcela vorrebbe dire per gli azzurri di Sarri salutarla di nuovo, e arrivederci all’anno prossimo con lo scudetto cucito sulle solite maglie. Dopo un girone d’andata volato via sulle ali dei 25 gol di Gonzalo Higuain, un secondo posto già sancito a marzo sarebbe un qualcosa che i tifosi campani accetterebbero con qualche difficoltà.
Del resto, la coperta napoletana non ha coperto tutto. Ma almeno da centrocampo in su ha fatto cose egregie. Non vincere per questo Napoli sarebbe un mezzo dramma. E i drammi a Napoli, già capitale della Magna Grecia, diventano spesso e volentieri tragedie. Greche, appunto.
Problemi della società di de Laurentiis. Al limite, di qualche malcapitato che dovesse parcheggiare la macchina nei pressi di Viale dei Mille o Viale Manfredo Fanti, se le cose non si mettessero bene per i simpatici amici partenopei, tra i quali non sempre si annoverano persone compatibili con la nozione di fair play tanto cara da queste parti. Anche se ultimamente con i cori nazisti rivolti ad un radiocronista di origine ebraica anche da queste parti in quanto a inciviltà non abbiamo scherzato.
Restando in ambito squisitamente calcistico, la Fiorentina non batte il Napoli in casa propria dal 2009. Qualcosa vorrà pur dire, per esempio che a parità di discorsi ed essendo partiti entrambi più o meno dalla stessa posizione (in serie C), tra De Laurentiis e Della Valle c’è chi ha fatto qual cosina in più e chi ha fatto qual cosina in meno. C’è chi ha comprato Cavani e chi ha comprato Bonazzoli. C’è chi ha comprato Higuain con la vendita di Cavani e chi non ha saputo nemmeno spiegare che fine hanno fatto i soldi di Jovetic, Llajic, Cuadrado e Salah (risparmiati). C’è chi, carognate a parte, un paio di Coppe Italia almeno a casa le ha portate e chi è a zero titoli, se si esclude la categoria Primavera.
La coperta fiorentina è più corta nelle ultime stagioni. Nella attuale più che mai. I ragazzi di sousa tornano in campo stasera, e sarà la prima occasione per valutare il contraccolpo psicologico delle tre sberle di White Hart Lane. L’obbiettivo del terzo posto è più apparente che reale. La squadra ci crede, la società – ci permettiamo di ipotizzare – un po’ meno. L’attuale Champion’s, per di più disputata dai preliminari, è una bestiaccia divoratrice di soldi. Se non ti attrezzi rischi figuracce già ad agosto, oltre a tracolli finanziarii. Un’altra Europa League, classificandoci dal quatro posto in giù, non sarebbe disprezzabile, se non fosse che questa squadra dalla coperta ancora più corta è stata per due mesi in testa alla classifica. Bastava poco, è la sensazione, per restarci. Bastava fare le cose come il Napoli, non la Juventus.
Sarà la prima occasione per valutare anche il contraccolpo psicologico sulla tifoseria. La Curva Fiesole ha promesso riduzioni significative dell’orario dello stato di agitazione, in considerazione del momento particolare della squadra. Non è una concessione da poco, e non è una concessione fatta allo staff societario, ma solo a tecnico e giocatori. I Della Valle restano latitanti, mentre politica e stampa cittadina si trastullano e si nascondono con l’ennesimo revival della questione dello stadio. Non ci crede più nessuno, ma si riempiono le pagine di giornale ed i verbali dei consigli comunali. Facciano loro, questa è una annata che difficilmente si chiuderà con il “laissez faire” delle scorse stagioni. La memoria del tifoso stavolta promette di essere più lunga.
Peggior momento per questo Fiorentina – Napoli non poteva capitare.

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