A dar retta, quasi ogni giorno ci
sarebbe una ricorrenza. Sarà che si invecchia, i giorni dietro le spalle sono
molti di più di quelli ancora davanti, le cose accumulate sono tante, le
persone da ricordare anche. Immagini e musica che scorrono, e che ogni tanto,
anche da prima che esistessero i social network, viene voglia di fermare su un
singolo fotogramma. Finché, passato il giorno fatidico, è ora di riporre la
foto nell'album, fino all'anno prossimo...
Poi ci sono le ricorrenze che ti
toccano personalmente. La prima settimana di luglio, per esempio, è sempre stata fatidica per me. Mio nonno e mio padre festeggiavano il compleanno a
pochi giorni di distanza. Marzo e aprile, idem. Mia nonna e mio padre se ne
sono andati lo stesso giorno, il 7, a 35 anni e un mese di distanza. Della
nonna mi ricordo poco, mi ricordo che mi aveva insegnato le preghiere della
sera, tra cui quella per i morti:
“L’eterno riposo dona loro, Signore/Risplenda per essi la luce
perpetua/Riposino in pace/Amen”.
Ora che non ci sono più, mi rendo
sempre più conto che è vero il detto, "finché
son vivo io, son vivi anche loro". Se Dio vorrà, tra un anno foto,
musica e ricordi torneranno fuori per celebrare nient'altro che il fatto che
siamo stati vivi un anno di più. E che vita.
Mio figlio ha 20 anni. La vita
continua, tra un po’ i ricordi saranno tutti suoi. Quando io non ci sarò più, l’album
passerà a lui, e chissà cosa vorrà
tenerci dentro.
All'anno prossimo, se Dio vorrà.
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