Sono passati due anni da quando Corso Salani se n’è andato, tradito da un cuore che forse aveva speso troppo, dopo una vita spesa tutta senza risparmiarlo, quel cuore.
Mancava a tutti, Corso, soprattutto agli amici che lo conoscevano fin da ragazzo. Ma soprattutto mancava al suo amico del cuore, Giannino Lavacchini, con il quale aveva diviso gli anni migliori, quelli dei sogni, quelli in cui non ci si pongono limiti e non si ha data di scadenza, perché non ci si può nemmeno immaginare di averla.
A un certo punto, deve aver deciso Gianni che il suo amico gli mancava troppo, che era ora di rimettere insieme la coppia, e di ritrovarsi di nuovo da qualche parte come ai vecchi tempi a ragionare dell’ultimo disco di Lou Reed, o del concerto di Patti Smith…
Oppure è la vita che ha deciso per lui, per loro, credendo magari di far loro un piacere. Non lo so. Spero che non sia stata una “decisione” sofferta, un passaggio doloroso, ma magari solo un semplice viaggio in tram come quelli che facevamo tutti i giorni, per andare in Via Martelli o altrove..
Guardo la foto di quando avevano, avevamo tutti vent’anni. Non potrò fare altro che ricordarmeli così, al Bar Lux e dintorni. Consegnati ad una eternità che è quella della nostra giovinezza. Se chiudo gli occhi li rivedo ancora, quei giorni…… Franco e Mario dietro il bancone, dall’altra parte noi, seduti su quegli sgabelli, a quei tavolini a metà tra lo strapuntino del vagone ferroviario di seconda classe di allora e la mensa universitaria…….un caffè in cinque per giustificare una giornata trascorsa lì, a bivaccare, in attesa che la vita ci chiamasse, persi tra i sogni di un futuro che per Gianni e Corso si era anche realizzato, con lo sguardo buttato di fronte al portone di scuola, se era mattina, per vedere che nel frattempo non si materializzasse qualche incubo (noi le “forche” le facevamo lì, davanti scuola….. “a uscio”, come si dice a Firenze).
Se chiudo gli occhi….Corso, Giannino, il Pisa, Fede, il Mencio, Giangi, il Guerra, io non so nemmeno come mi chiamavano (e forse è meglio che non lo sappia), il Gimmy, il Poverino, il Rimbombato, la Pecci, la Gallori, l’Ilaria, la Rubino, il Pilo, il Fonta, la Pierallini, il Giackets…….il Tequila Party nel mezzo di strada dell’81….vestiti da donna sul “sette” per Fiesole……a vociare sotto casa di Federico o del Pisa…..il capodanno del 78 che si fece il lancio del giavellotto con i cartelli stradali in Via Lamarmora…….il ciao che si avviava a pedali, quando si avviava……..in Via de’ Biffi…..
Se chiudo gli occhi, siamo ancora giovani, e tutti insieme, a prendere per i fondelli l’omino che passava con il cartello “I tuoi figli hanno troppo”, o qualcosa del genere…..noi che eravamo ancora figli in attesa di diventare padri…..
Voglio pensare che Corso s’era avviato, e Gianni ha deciso di raggiungerlo, perché separati non potevano stare……. E che siccome nel frattempo Franco e Mario hanno riaperto il Bar Lux, su una nuvola d’oro del cielo qui sopra di noi, hanno fissato di vedersi lì, senza nemmeno telefonarsi (perché ai nostri tempi non c’erano i cellulari), così, per semplice intesa consolidata da una vita…..e a quest’ora si sono ritrovati e sono seduti sulle panche del Lux, uguali e scomode come sempre…….come saranno sempre uguali loro.
E come succedeva trent’anni fa, piano piano nel bar entrerà qualcun altro di noi e andrà a sedersi accanto a loro…..per trascorrere insieme la più bella eternità che potevamo immaginare. O anche soltanto sognare.
Bella come una sassata che non smette mai di rimbalzare sull'acqua! Bravo Simone! Così si fa.
RispondiEliminaSui nostri cuori, Federico....
EliminaGrazie