E’ la fine di un’epoca, che ha
caratterizzato la nostra storia sociale e familiare dai tempi della televisione
in bianco e nero fino a quelli della pay TV. Addio Maurizio Barendson,
Paolo Valenti (foto), Tonino Carino, Luigi Necco, Marcello Giannini. Addio
anteprima dei gol segnati in una giornata di campionato giocata tutta insieme,
o comunque ancora in gran parte, nel pomeriggio della domenica.
Si tornava a casa stanchi,
infreddoliti o accaldati, incavolati o entusiasti. I babbi brontolavano i
figlioli o perdonavano tutto a seconda se la squadra aveva perso o vinto. Ma la
prima cosa era accendere il televisore per vedere Novantesimo minuto.
Per rivedere quei gol che si erano soltanto intravisti magari da postazioni infelici
allo stadio. O che erano stati segnati in altri campi, e si erano solo
immaginati fino a quel momento nel racconto dei radiocronisti di Tutto il
calcio minuto per minuto. Ed erano altre incavolature, o altri entusiasmi.
Il rigore per noi c’era, il gol di quell’altra no, manco per
sogno... si arrivava all’ora di cena, e poi alla Domenica Sportiva serale ebbri
di calcio, in una apoteosi che si rinnovava domenica dopo domenica, dal dopoguerra
fino a poco tempo fa.
Ultimamente, con l’avvento
delle pay-tv, la Rai e Mediaset (che si erano fatte guerra per anni) reggevano male
la concorrenza miliardaria di Sky. Murdoch offriva spesso di più ad una
Lega Calcio sempre più ingorda di introiti da riversare in un calcio sempre più
costoso.
Allora la RAI – per esempio –
si era inventata trasmissioni come Quelli che il Calcio, dove Fabio
Fazio e Marino Bartoletti, con l’aiuto di immagini comunque prese dagli stadi e
di ospiti estemporanei riuscivano comunque a restituire sensazioni in diretta a
chi era costretto a casa e senza immagini, almeno fino al fatidico novantesimo
minuto.
E’ tutto finito. Dal prossimo
fine settimana, chi non è abbonato Sky vedrà i gol soltanto la sera tardi. La multinazionale
televisiva del magnate australiano Murdoch si è aggiudicata i diritti di
trasmissione in chiaro delle immagini sportive per il triennio 2012-15 del
campionato italiano di calcio. Chi ha il decoder, alle sei vedrà i gol, gli
altri aspetteranno la notte sulle altre reti. L’asta ha fruttato alla Lega
Calcio 3,2 milioni di euro l’anno, che uniti ai proventi di altri diritti
consente complessivamente al presidente della Lega Maurizio Beretta di
mantenere la promessa di un miliardo di euro l’anno da distribuire alle varie
società affiliate alla Lega (serie A e serie B).
Si può discutere sulla
opportunità e sulla moralità di certe cifre, e non da oggi. Si può discutere se
questo Calcio non sia diventato un business a livelli troppo vertiginosi, nel
bel mezzo di una crisi economica che sta stringendo alla gola la nostra società.
Si può ragionare sulla efficacia dell’azione dei vari governi di fronte all’effettivo
peso economico delle multinazionali che gestiscono vari servizi, tra cui quello
televisivo. Sta di fatto che è un altro pezzo non solo di storia, ma anche di
produttività italiana che se ne va.
Con la stessa sfiducia nel
sistema-paese con cui si è scelto di non partecipare alla selezione per la città
ospitante le Olimpiadi 2020 (con Roma che era praticamente in pole position,
per crediti acquisiti in passato), così si sceglie di non investire più nei
servizi pubblici, tra i quali la RAI. La spending review colpisce sistematicamente
prodotti italiani di qualità, a beneficio innegabile di potenze economiche
estere. A raccontare un calcio italiano dove ormai gli italiani non giocano
quasi più, sarà d’ora in poi una televisione australiana.
Qualcuno ironizzava sul web
sulla somiglianza fra la signora Anna Maria Tarantola, fresca nominata ai
vertici di Viale Mazzini, ed il presidente del consiglio Mario Monti. Senza
scomodare Lombroso o Crozza, si può affermare che c’è una somiglianza di
attitudine mentale. I banchieri lasciati a se stessi non hanno mai risollevato
le sorti né di una singola azienda né di un paese intero. Addio Novantesimo
Minuto. Hai reso la nostra infanzia in bianco e nero molto piacevole. E molto
più colorata di questa nostra vita di adesso.
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