venerdì 15 luglio 2016

Nice, quatorze juillet



La modalità dell’attacco terroristico di Nizza è una novità soltanto per gli sprovveduti. E’ una forma di stragismo comunemente usata nei paesi del Terzo Mondo, in Africa e Asia. In guerra non si inventa nulla, si riciclano sempre e comunque vecchie tattiche e si perfezionano armi già esistenti, in questo caso dai tempi dei carri falciati degli Ittiti.
Che siamo in guerra, penso non ci siano più dubbi, nemmeno per le anime belle del dialogo con le altre culture più o meno in buonafede. Per questo non intitolo questo pezzo CONTROCORRENTE. Spero che ormai la corrente sia una sola, o si avvii ad esserlo.
Non è più tempo di parole, ormai servono i fatti, e servono alla svelta. Queste poche le scrivo per sottolineare soltanto un paio di concetti basilari.
La guerra non piace a nessuno. Ma quando si ha di fronte un mostro come l’integralismo islamico (lasciamo perdere il termine Isis, che al pari dei termini Al Qaeda e Bin Laden non si sa e non si saprà mai che cosa hanno esattamente indicato, o semmai nascosto), prima o poi tocca farla. Dipende solo se si vuole farla quando siamo ancora in vantaggio noi, o aspettare che il vantaggio passi a loro.
Al momento sto scrivendo la storia delle Olimpiadi. Sono arrivato giusto al capitolo del 1936, i Giochi di Berlino, di Hitler, del Nazismo. In quei giorni, un mondo che voleva la pace ad ogni costo concesse a quel mostro di tutto e di più, facendosi alla fine rimontare ampiamente il vantaggio conseguito al termine della Prima Guerra Mondiale. Quando la Germania attaccò la Polonia e l’appeasement finì, la Wehrmacht era in condizioni di supremazia tali da poter fare dell’Europa un sol boccone in pochi mesi.
Stavolta è la stessa cosa. Abbiamo lasciato crescere un esercito di belve sanguinarie al nostro interno, nelle nostre città, andandoli addirittura a prendere a casa loro e consegnando loro le chiavi di queste nostre città. Wake up, Occidente, scriveva Oriana Fallaci all’inizio di questo processo. Svegliati. E non mi contrapporre a sproposito gli scritti di Tiziano Terzani (che parlava di altre – sacrosante – cose), ma datti una mossa a reagire. Si vis pacem para bellum, diceva Giulio Cesare. Finché sei in tempo, può aggiungere ognuno di noi purché in buonafede.
Dice, ma l’Islam non è tutto così. Neanche i tedeschi erano tutti nazisti. Ma la parte buona dell’Islam, come quella della Germania degli anni 30, non ci aiuta e quindi non ci serve. E non possiamo farci ammazzare perdendo tempo a distinguere tra islamico buono e islamico cattivo. Come a Minneapolis, il poliziotto che ti ferma deve essere certo se tu tiri fuori dalla giacca i documenti o una pistola. Le regole di ingaggio devono essere chiarissime.
Chi viene qui ad accettare la nostra cultura, il nostro stile di vita, i nostri valori in cambio di lavoro e vita dignitosa e sicura (per quanto possibile) è ben accetto. Gli altri no. Ed è ora di ributtarli in mare, o dove loro stessi preferiscono.
A Nizza in terra ci sono rimasti in più di 80. Parecchi erano bambini. Foto inguardabili, come quella famosa del piccolo Aylan, pace all’anima di queste creature. Questi infami ammazzano i nostri bambini e mandano i loro nei campi di addestramento alla guerriglia. Questi infami vanno fermati, con ogni mezzo.
Basta foto di bambini morti. Stamattina a Dio dobbiamo fargli parecchio schifo, dopo quest’ultimo carico appena mandatogli. Attenzione, che non ci darà molte altre occasioni. Il Diluvio è prossimo.

Nessun commento:

Posta un commento