sabato 7 maggio 2016

Emanuela, che avrà trentatre anni a giugno

Il rigetto del ricorso contro l'archiviazione dell'indagine sulla scomparsa di Emanuela Orlandi disposta dalla Procura di Roma da parte della Corte di Cassazione è una delle pagine più vergognose della storia della Repubblica.
Gli indagati - ricordiamo - erano sei, tra i quali un'alta personalità del Vaticano ed alcuni personaggi legati in vario modo alla famigerata Banda della Magliana.
Non sapremo mai dove avrebbe portato l'indagine, peraltro in ritardo di trent'anni, se fosse stata seriamente condotta dalle autorità italiane. Ma è facile pensare che avrebbe condotto nei paraggi di "luoghi" e "persone" di cui abbiamo sospettato fin dall'inizio. Le due ragazze erano cittadine dello Stato del Vaticano, il padre di Emanuela era un dipendente del Vaticano stesso. Il Vaticano non ha mai mosso un dito per dare una mano a ritrovarle. Lo Stato Italiano, che - ricordiamo - è vincolato dal Concordato vigente ad agire come autorità di pubblica sicurezza anche nel territorio dello stato pontificio, ha pensato bene di fare altrettanto, per 33 anni. Cioé niente.
Emanuela, ricordiamo, sparì il 22 giugno 1983, poche settimane dopo Mirella Gregori. Abbiamo sempre pensato tutti che i colpevoli fossero da ricercare nelle alte sfere vaticane, che anche Roma avesse i suoi mostri così come nello stesso periodo li aveva Firenze. Abbiamo sempre pensato che la Banda della Magliana c'entrasse qualcosa, come braccio armato di una Chiesa Cattolica a cui le guardie svizzere evidentemente non bastavano più.
Dietro il giudizio di inammissibilità del ricorso Orlandi - Gregori da parte dei PM del Palazzaccio di Roma è inevitabile pensare che si celino ben altre motivazioni. Personalmente alla buona fede della Magistratura italiana non credo in assoluto più da tempo, come del resto a quella della Chiesa Cattolica. Ma c'é dell'altro, di peggio. L'asservimento del nostro Stato alla Chiesa ormai è totale ed evidente. Il principio di Cavour "libera chiesa in libero stato" ormai è il più disatteso della storia dell'Italia Unita.
E' triste, più che vergognoso, che nel 2016 esista nel cuore dell'Europa uno stato confessionale come l'Italia. Uno stato dove il Presidente, quello vero, si affaccia tutte le domeniche alle 11,00 circa da una finestra di Piazza San Pietro ad arringare folle che non ricordano nemmeno più a quale ammasso hanno lasciato il cervello.
Da quella stessa finestra, tra l'altro, neanche una parola sul caso di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. In compenso tante parole, ogni giorno, sulla "necessità" che lo stato italiano si faccia carico di problemi di accoglienza che la  Chiesa, se volesse, con il ricorso alle sue finanze non sempre pulite, a volte provenienti da località decisamente sinistre come la suddetta Magliana, risolverebbe in un attimo.
Difficile pensare che, se l'Isis stabilisse il famoso Califfato a Roma, da certi punti di vista la situazione potrebbe essere peggiore di adesso.


P.S. Emanuela Orlandi era nata il 14 gennaio 1968. Il titolo è un evidente artificio retorico, riferito all'anniversario della sua scomparsa



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