Cari ragazzi
dell’età di mio figlio, tra poche ore verrete chiamati al seggio elettorale,
chi per la prima, la seconda o la terza volta. Stavolta è diverso, non c’è da
eleggere un Parlamento, un Consiglio Regionale o Comunale. Stavolta c’è da
esprimere un parere.
Non si parla di acqua, di nucleare, di
caccia, di divorzio o di aborto. Tutte cose importanti. Ma stavolta si parla
della cosa più importante di tutte.
Non per nulla si chiama Costituzione.
L’atto costitutivo di una comunità organizzata, com’è il paese, la nazione
in cui anche voi siete nati e di cui – che vi piaccia o no – fate parte.
Non c’è cosa più importante, da essa
deriva tutto il resto, e la possibilità di regolarlo e viverlo come più ci
piace.
Tra poche ore, vi chiederanno se la vecchia
Costituzione del 1947 debba essere cambiata, nel modo che propone il partito
che sta oggi al governo, oppure se debba rimanere com’é.
Per sei mesi, i comitati del SI
e del NO vi hanno – e ci hanno - bombardati di discorsi,
spiegandovi da un lato perché bisogna cambiare per diventare più efficienti,
dall’altro perché bisogna lasciare le cose come stanno, perché chi vuole
cambiare non vuole l’efficienza, vuole solo più potere. Sottinteso, per usarlo
male.
Per sei mesi, avete reagito – forse anche
giustamente – smorzando il volume, cambiando canale, facendo una palla di
giornali e opuscoli informativi o pseudo – tali. Con l’insofferenza tipica
della vostra età (che tutte le altre età non possono che invidiare, non date
retta alle critiche interessate), avete alzato le spalle passando ad altro, e
sperando che questo ennesimo polverone e questa gran cagnara imbastiti come al
solito dagli adulti si depositino e si acquietino presto.
Nessuno ha saputo parlarvi con un
linguaggio a voi comprensibile. Spiegandovi magari perché potete anche saltare
la votazione per un Parlamento, un Consiglio Regionale o Comunale, perfino per
un referendum importante come quelli che ci sono caduti sulla
testa a pioggia negli ultimi anni. Ma questa a cui sarete chiamati fra poche
ore, no, forse non è il caso che la saltiate.
Forse è il caso che stavolta ci andiate,
a quel benedetto seggio elettorale. E forse è addirittura il caso che stiate
ben attenti a quale delle due caselline andrete a barrare. A differenza dei videogames
con cui vi abbiamo lasciato crescere, qui non ci sono vite supplementari, il
gioco non è resettabile, è un gioco terribilmente serio, gli sbagli si pagano e
salati, nel corso della vostra vita e di quella di coloro che un giorno saranno
i vostri figli e nostri nipoti.
Non abbiamo saputo darvi una grande
educazione, e questo è colpa nostra. Cresciuti a nostra volta in un’epoca in
cui una facile rivoluzione dei costumi ha portato a confondere menefreghismo
con libertà, siamo risultati forse dei pessimi genitori. Forse adesso è tardi
per cercare di recuperare il tempo perso, e tentare di spiegarvi in queste
poche ore rimaste perché questo è un momento cruciale, importantissimo, e non
si può non rispondere alla chiamata.
Perché chi vi invita a votare SI perché
l’Italia cambi con voi e per voi non necessariamente vi vuole bene. Perché chi
vi chiede, in qualche caso vi supplica, di fare la vostra parte votando NO non
è necessariamente un vecchio approfittatore di “casta”, che si mangia il vostro
futuro. Magari è soltanto qualche genitore svegliatosi un po’ tardi che ha una
paura fottuta che non lo avrete, quel futuro che sognavamo per voi quando vi
abbiamo messo al mondo.
Chi vi dice di votare spensieratamente
per il SI, vi fa credere che modificare una Costituzione sia un gioco – appunto
– da ragazzi. Non lo é. Le regole del gioco una volta cambiate non si
resettano, se non a prezzo di sacrifici enormi, e sanguinosi. Non si tratta di
accelerare il processo di formazione delle leggi, né di aumentare la competitività
del Sistema Italia, o di soddisfare richieste che ci vengono dall’Unione
Europea a cui apparteniamo. Queste sono tutte sciocchezze, spesso enunciate
anche in malafede.
Si tratta semplicemente – per chi ha
promosso la modifica - di scardinare il vecchio, in qualche modo efficace, equilibrio
dei poteri. Di far si che chi li detiene abbia sempre più influenza sulle
nostre vite, e a noi sia lasciata sempre meno possibilità di contrastare quell’influenza.
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I ragazzi del 1945 |
La vecchia Costituzione è del
1947. Noi, i vostri genitori, non eravamo nati. I vostri nonni erano bambini,
al limite avevano giusto la vostra età di adesso.
I vostri nonni e bisnonni erano ragazzi
come voi, con i vostri stessi sogni e la vostra stessa insofferenza alle
costrizioni. Un bel mattino si svegliarono dentro una guerra che non avevano
voluto, sotto una dittatura feroce. E per recuperare la pace, la libertà, la
stessa sopravvivenza, dovettero imbracciare un fucile, anziché impugnare una matita
copiativa come quella che vi verrà consegnata domenica ai seggi.
Per questo, chi di loro sopravvisse, nel
1947 fece molta attenzione a quello che scriveva nella Costituzione della nuova
repubblica. Per questo raccomandò alle generazioni successive di
fare attenzione a quei cambiamenti che sarebbero stati da fare negli anni
successivi. Perché nessun ragazzo delle generazioni seguenti si trovasse più a
dover riprendere in mano un fucile, come era toccato a loro.
Chi vi chiede di votare NO vi chiede di
ripensare alla storia dei vostri nonni e bisnonni, che noi genitori vi abbiamo
raccontato poco e male. Nati nel benessere anche noi, lo abbiamo dato per
scontato senza riuscire a trasmettervi il senso di quello che invece a noi era
stato insegnato. La libertà, diceva una grande giornalista del passato, Oriana
Fallaci, non è per sempre, non si conquista mai una volta per tutte.
Sono passati tanti anni da quando fu
fatta la Costituzione della repubblica di cui siete cittadini. E di nuovo
spirano venti gelidi di sopraffazione, di riduzione di diritti che sembravano
imperituri, di peggioramento di un tenore di vita che sembrava stabilito per
sempre. Non siamo più abituati a lottare per i nostri diritti, voi forse lo
siete ancor meno e – ribadisco – la colpa è solo di noialtri, i vostri
genitori.
La Costituzione non è tutto, bisognerà
cambiare piuttosto la testa dei cittadini e rimettersi ad affrontare le cose
come facevano i nonni e i bisnonni. Ma le regole del gioco intanto sono
importanti. Adesso ci tolgono una delle Camere, domani con la
stessa spregiudicatezza ci toglieranno anche l’altra. E magari sarà tardi
perché qualcuno possa raccontarvi cosa si fa in questi casi. Dove sono finiti,
in quale soffitta, il vecchio fucile da partigiano del nonno, la bandiera delle
Brigate Garibaldi, la copia della vecchia Costituzione per
riscriverne un'altra simile se e quando la nuova resistenza
sarà finita. E finita bene.
Ci sono all’opera poteri ancora più
oscuri dell’Oscuro Signore che minacciava quella Terra
di Mezzo che conoscete molto bene. Ancora è possibile fermarli con una
croce barrata sulla casella giusta. Quella del NO.
I NO aiutano a crescere,
dicevano quei pedagogisti che non abbiamo voluto ascoltare al momento di
educarvi, credendo di rendervi la vita più facile.
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I ragazzi del 2016 |
Non fate come noi, assicurate davvero un
futuro ai vostri figli, migliore di quello che siamo stati capaci di assicurare
noi a voi. Lasciate arrivare fino a loro una vecchia ma funzionale Costituzione
che avrà avuto anche tanti difetti, ma non quello di permettere a nuovi
prepotenti, bulletti del centro e della periferia e clarette
petacci d’occasione, di costringervi a rimettere o prima o dopo una
camicia nera.
Per sopravvivere nel mondo moderno, una sana
e robusta Costituzione – come si diceva una volta – è essenziale. Noi ce
l’abbiamo, grazie a chi ce l’ha lasciata in regalo, con preghiera di
maneggiarla con cura. Difendiamola, come ci chiese una volta di fare il vecchio
presidente Pertini, uno che l’aveva scritta prima con le
pallottole da partigiano e poi con la penna da deputato alla Costituente.
Almeno fino a che non avremo trovato qualcosa di meglio, se esiste.
Forza ragazzi, è venuto il vostro
momento. E’ il vostro futuro quello per cui andate a votare domenica.