Facendo zapping tra i post e i commenti, trovo un paio di “figuri” vecchie conoscenze, altrettanto vecchi arnesi del governo rosso che allieta questa regione da tempo immemorabile e che ormai la rende quasi irrecuperabile all’umanità.
Uno è un ex burocrate dei servizi generali, che si è dato alla letteratura da pensionato e che essendo rimasto ammanicato con i suoi benefattori avrà addirittura l’onore di un “vernissage” in consiglio regionale, maitre de la maison addirittura l’uomo dalle tante poltrone, il presidente di quell’alto consesso. Lo vedo passare sulla pagina di un’amica, educazione vuole che non si alimentino polemiche quando si è in casa d’altri. Avrei voluto chiedergli altrimenti se il 9 gennaio, in occasione del funerale di un mio carissimo amico (e a quanto ne sapevo anche suo, o perlomeno collega e conoscente di lunga data) era anche allora a presentare il suo libro.
Sempre sulla pagina di questa cara amica, vedo passare un altro letterato, benemerito anch’egli di regime, ma avendo seguito il percorso inverso. Questo lo danno per virtuoso della penna cittadino di lunga data e di lungo corso, fine intellettuale in quota al partito democratico, al quale – per meriti sicuramente artistici – l’amministrazione regionale ha affidato in gestione il suo settore comunicazione. Avrei voluto chiedergli due cose: che avrebbe fatto se non fosse esistito il partito democratico (ma questa, mi rendo conto, è una curiosità mia), e soprattutto poi se è sempre troppo occupato (lo danno anche per grande conferenziere) per rispondere alle richieste che giungono sul suo tavolo all’ufficio che occupa per investitura granducale. O se i suoi standard di educazione non prevedono tali risposte, non essendo le istanze evidentemente redatte in forma letteraria tale da soddisfare i suoi gusti raffinati.
A cosa e chi mi riferisco? E’ una storia buona per un altro giorno, questa seconda. La racconterò alla prossima occasione.
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