Dove eravamo rimasti? Un povero cronista non può
prendersi qualche giorno di ferie alla fine di un campionato lungo e
faticoso e per più che giustificati motivi di famiglia, che quando torna
manca poco non riconosce più nulla. Almeno di quella Fiorentina che
aveva lasciato pochi giorni prima abbastanza soddisfatto e moderatamente
speranzoso di veder addirittura migliorata nella prossima stagione.
Macché. Di quel Vincenzo Montella ai cui pregi e difetti dopo tre anni
avevamo fatto bene o male l’abitudine (sperando che fosse sulla strada
di migliorare ancora insieme alla squadra ed alla società) non rimane
più nulla dalla sera alla mattina. Dicono che fosse una crisi
irreversibile ed insanabile. Sarà. Personalmente abbiamo ancora da
capire quale fu il motivo della crisi con Prandelli, per questa con
Montella rimandiamo ai posteri.
Fatto sta che al posto del prode Vincenzo nel frattempo diventato
ingrato e magari anche infame ci ritroviamo questo signore strappato – a
quanto pare – con le unghie e con i denti niente meno che al Basilea. A
guardarlo bene in faccia, in attesa di più sostanziose referenze
calcistiche, ricorda molto il fratello problematico del Padrino Michael
Corleone, Fredo, interpretato dal mitico e compianto John Cazale (che
tra parentesi nel secondo episodio fa una finaccia, ma su questo
lasciamo stare).
E va bene, passi per Fredo, e passi anche per certi suoi trascorsi
bianconeri. Anche perché, diciamocelo chiaramente, dalla Juventus non ci
sono mai arrivati “pacchi”, se mai glieli abbiamo spediti noi. Ogni
riferimento a Felipe Melo è assolutamente voluto.
Il colpo alle poche ma solide certezze accumulate nella scorsa stagione
arriva girando lo sguardo piuttosto verso il parco giocatori. Se ne sono
andati in tanti, tutti a fine di contratti scrupolosamente non
rinnovati. Totale 14 milioni di euro di monte ingaggi risparmiati. Col
cuoricino stretto diciamo: va beh, almeno in epoca di autofinanziamento
c’è sostanza per reinvestire. Per ora invece tutto tace, sulle pagine
dei giornali specializzati alla voce “acquisti” la Fiorentina presenta
un elenco di circa otto giocatori più o meno famosi, tutta gente già di
proprietà viola e rientrata dal prestito. Perché non ne poteva fare a
meno, pensiamo noi. E poi più nulla.
Uno di questi esodati, sicuramente a parere di chi scrive il più
doloroso da salutare, messer Alberto Aquilani da Roma (che forse ci
tornerà ora che certi suoi concittadini illustri sono prossimi al passo
d’addio), ha detto in conferenza stampa poche ma sentite parole, che
sintetizzano bene il momento viola: “alla Fiorentina c’è un gran caos”.
Ecco. E ho detto tutto, avrebbe chiosato il grande Totò. Nel momento
dell’ennesimo trampolino da imboccare per l’ennesimo tentativo di fare
quel benedetto e sospirato salto di qualità promesso da Diego e Andrea
Della Valle tanti anni or sono ormai, arriva l’ennesima boccata almeno
per quanti dei tifosi credevano e credono alle dichiarazioni societarie,
ai comunicati stampa, ai discorsi – da bar o da stadio in genere –
fatti o alimentati da esponenti viola più o meno qualificati.
Che dobbiamo pensare? Come diceva un altro mitico e compianto, la
buonanima del senatore Giulio Andreotti, a pensar male si fa peccato ma
ci si indovina sempre,o quasi. A pensar male, la Champion’s League costa
una ballata d soldi. Entrare in quel giro vuol dire impegnarsi per la
vita e per la morte. Guai a mancare un colpo, o una stagione, vorrebbe
dire un tracollo finanziario. Questo, cari tifosi vicini e lontani, i
Della Valle è un rischio che non vogliono correre. Il calcio è un bel
giocattolo, ma la loro passione è altrove. La Fiorentina rende,
soprattutto visibilità. Ma quel fosso che si chiama salto di qualità,
con tutti gli annessi e connessi, ormai pare di poter dire che i
fratelli marchigiani non lo salteranno mai.
Altrimenti non mandi via Montella ai primi di giugno dopo averci
questionato per un intero campionato. Altrimenti non ti disfi di una
decina di giocatori senza avere in mano uno straccio di sostituto.
Altrimenti non arrivi a luglio per scoprire che per trattenere l’esoso
(ma chi non lo è tra i calciatori?) Mohamed Salah non hai in mano
niente. Ma è possibile che imprenditori avveduti come i Della Valle,
quando si tratta di calcio, si dimostrino regolarmente così sprovveduti?
Meglio pensar male, e concludere che un tormentone all’anno leva il
calciomercato di torno. L’anno scorso ci fu la telenovela Cuadrado,
quest’anno Salah. Risultato: alibi già confezionato per presentarsi il
1° settembre con una squadra che è frutto di tutto meno che della
programmazione. Magari non andrà malaccio nemmeno stavolta. Però,
andiamo un po’ a rivedere ogni tanto l’albo d’oro. La proprietà Della
Valle è la seconda per durata dopo quella del Marchese Ridolfi, il
leggendario fondatore. L’ultima in quanto a trofei vinti. Neanche una
Coppa Italia, o un trofeo Anglo-Italiano, la consolazione dei tempi bui.
Qualcosa vorrà pur dire.
Non ci si può allontanare un attimo. Viola significa non dover mai dire
mi dispiace.
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