Interrompiamo le normali cazzate,
con cui ci trastulliamo ormai quotidianamente su Facebook e sugli altri
dis-social network, per aggiornare la situazione dall’aeroporto di Bruxelles. Sale
finora ad 11 il conto dei morti, le compagnie di bandiera stanno cancellando i
voli da e per la capitale belga e dell’Unione Europea. Nel marasma dei terminal
sconvolti si cerca di recuperare i propri effetti personali, insieme all’idea
che questa sia ancora la nostra vita normale.
Qualcuno sta scrivendo “siamo in
guerra, da oggi ufficialmente”. No, cari signori, lo siamo da un bel po’. Ma
faceva un gran comodo a tutti quanti illudersi che così non fosse. Un po’
perché ormai in occidente ci piace ridurre tutto ad una questione di quattrini.
Quanto vuole la Turchia per allestire campi profughi al confine con l’Europa. Quanto
vuole la Germania per continuare ad assorbire manodopera a buon mercato per le
sue industrie. Quanto vuole un migrante appena sbarcato per votare alle
primarie del PD italiano, e presto anche alle politiche.
Ma soprattutto perché è comodo
ricondurre il tutto agli stereotipi del vecchio scontro destra – sinistra,
comunisti vs. fascisti, antagonisti vs. casapound, radical – chic benpensanti
contro leghisti egoisti e bestie. Renzi (“Bruxelles nel cuore e nell’anima”, o
qualcosa del genere) contro Salvini (era a Bruxelles, è salvo e twitta: “sto
bene - a qualche scemo dispiacerà - e
torno in ufficio”). Non ci abbiamo capito niente, come al solito, e ci fa tanto
comodo fare, come al solito, le oche giulive, di sinistra e di destra. Tanto a
levare le castagne dal fuoco ci penserà qualcun altro.
E’ uno scontro di civiltà. Tra un
occidente decadente e distratto (ma quando scoppiano le bombe distrarsi è più
difficile, e il rumore supera anche quello della musica e delle cazzate negli auricolari)
ed un terzo mondo (ma anche secondo) che vuole imporci il suo dominio con l’unica
cultura che conosce. Che non è quella dell’Alhambra, di Avicenna ed Averroé e
di quell’Islam di cui si favoleggia tanto e che non è mai esistito se non nei
film e nella fantasia distorta o interessata di qualcuno. E’ quella di Settembre
Nero, non si è mai mossa da lì. Non si è mai evoluta. Non può farlo. Maometto
non sapeva scrivere, ma la scimitarra la maneggiava benissimo.
Siamo in guerra, sì, signori.
Giulio Cesare diceva di prepararsi sempre per tempo, aumenta addirittura le
possibilità di mantenere la pace.
Ma forse son concetti troppo
complicati. Fate una bella cosa, mezza giornata di attenzione compita, poi
rimettete pure gli auricolari.
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