di Paola Stillo
«Gli infermieri lavorano
con grande passione e guadagnano stipendi da fame». E’ uno dei J’accuse ricorrenti
a proposito dei mali della nostra
sanità di Gino Strada, forse l’ultimo e sicuramente il più celebre paladino del
servizio pubblico ai tempi dell’aziendalismo imperante. E’ anche la frase che
più di ogni altra dà il senso più profondo alla celebrazione odierna del 12
maggio, la data nella quale in tutto il mondo si celebra la Giornata
dell’Infermiere, ricordando la nascita di Florence Nightingale.
Florence nacque il 12
maggio 1820 a
Firenze in una ricca e agiata famiglia inglese, il padre William Edward
Nightingale erede di latifondi e miniere, ma anche brillante intellettuale e
uomo politico progressista, le diede il nome di Florence in ricordo di questa
città, così come chiamo Parthenope la sorella maggiore in onore a Napoli dove
nacque.
Il nome di Firenze era già
stato legato alla storia della sanità, poiché qui nacquero già al tempo di
Dante i primi ospitali
che la munificenza dei ricchi signori
fiorentini (tra cui la famiglia Portinari alla quale apparteneva la Beatrice a
cui il Sommo Poeta dedicò l’intera sua arte) mettevano a disposizione dei
poveri perché vi ricevessero conforto, sostegno e quelle cure mediche che erano
disponibili contro le malattie dell’epoca. Era destino quindi che la vita e
l’opera di colei che rivoluzionò l’assistenza sanitaria e creò la professione
di infermiere prendesse le mosse da qui.
Intellettualmente dotata e
insofferente della rigida vita riservata alle donne del tempo, la sua fama
popolare inizia con la coraggiosa e indomita azione di denuncia delle
condizioni igieniche in cui versavano i soldati inglesi e i loro alleati nelle
caserme in India e negli ospedali da campo; sarà la guerra di Crimea (Turchia
1854-1856) a consacrarla eroina nazionale. La Nightingale diventata nel
frattempo amica del ministro della difesa Sidney Herbert ottenne il permesso di
recarsi nelle zone di guerra insieme a 38 infermiere volontarie da lei
personalmente addestrate, sbarcando nell’ottobre del 1854 nel porto di Scutari
(moderno Uskudar).
Nell’ospedale trovarono
circa 3200 feriti di guerra ammassati a centinaia in grandi stanzoni sporchi,
denutriti e soli. In tale situazione igienica, le malattie trasmesse e le
ferite infette erano la causa di morte di gran lunga prevalente tra i soldati.
Fu in Crimea che Florence si guadagnò il posto nell’immaginario collettivo che
tutt’ora occupa: la signora con la lampada,così la
chiamavano i soldati, quella che rimaneva a lavorare con i feriti fino a notte
fonda quando tutti gli altri, medici e infermieri, erano crollati per la
stanchezza.
Fu lì che mise a punto la
sua teoria del nursing
che costituisce il fondamento
dell’assistenza infermieristica moderna: cinque requisiti essenziali che un ambiente
deve possedere per essere salubre: aria pulita, acqua pura, sistema fognario
efficiente, pulizia, luce; aggiunge anche requisiti come silenzio, calore e
dieta e contatto umano. A pensarci oggi sembrano cose ovvie, banali. Non lo
erano, erano invece la base di una nuova professione, indispensabile al mondo
nuovo che stava cominciando, alla pretesa dell’essere umano di essere diventato
civile. Come risultato del intervento di Nightingale e delle sue infermiere la
mortalità tra i soldati, in sei mesi, scese dal 40% al 2% che lei documentò in
maniera precisa e accurata facendo uso di statistica e grafici.
Rientrata in patria, il 24
giugno 1860 inaugurava la sua scuola per infermieri al St. Thomas Hospital di
Londra, la prima a fornire educazione laica con elementi metodologici per
l’assistenza e il tirocinio presso lo stesso ospedale. Per questi ed altri
meriti, fu la prima donna a far parte della Società Reale di Statistica, a
ricevere l’Ordine al Merito e a collezionare più onorificenze di quante lo spazio
qui consenta di ricordare. Quando morì, nel 1910, la sua famiglia rifiutò
nientemeno che la proposta di seppellirla nell’Abbazia di Westminster, dove
riposano i grandi della storia inglese. A Firenze, nella Basilica di Santa
Croce, tra i grandi della storia di Firenze c’è un monumento con la sua statua.
Se oggi Florence
Nightingale fosse ancora viva guarderebbe con orgoglio la lunga e difficile
strada che fino ad oggi gli infermieri italiani hanno percorso arrivando fino
alla formazione universitaria, e si unirebbe certamente a Gino Strada ed a
tutti gli infermieri e medici che non riconoscono più nel sistema sanitario
attuale i valori fondanti le loro professioni. Un sistema sanitario dove la
sofferenza dell’essere umano è merce, dove si guarda al profitto e alla
riduzione dei costi a scapito della qualità e della dignità.
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