Dall’urna di Nyon per la
Fiorentina esce una delle leggende del calcio. Il Tottenham Hotspurs è uno dei club inglesi più blasonati e carichi
di storia. Il calcio moderno è nato nelle Isole Britanniche, la cui capitale
aveva ed ha mantenuto almeno sette squadre tra prima e seconda divisione.
Gli Spurs sono la squadra del sobborgo omonimo di Londra. Furono
fondati nel 1882, quando nel continente nemmeno si sapeva ancora cosa fosse il
calcio, eccezion fatta proprio per una città italiana che aveva vaghe reminiscenze
rinascimentali di un gioco nato all’ombra della più prestigiosa signoria
dell’epoca e diventato famoso per essere stato giocato ufficialmente per la
prima volta in faccia al più grande degli Imperatori d’Europa: la Firenze dei
Medici posta sotto assedio da Carlo V, colui sul cui impero non tramontava mai
il sole.
Non appena la pallina esce
dall’urna, ecco che subito si scatena il consueto tormentone: sorteggio
fortunato, sorteggio sfortunato, è andata meglio alle altre, macché, sono gli
inglesi che si devono preoccupare, e via dicendo. E’ andata così, Celtic
Glasgow per l’Inter, Feyenoord per la Roma, Trabzonspor per il Napoli e
Atletico Bilbao per il Torino. Tutti clienti scomodi, siano i temibili baschi o
i terribili turchi di Trebisonda, gli scozzesi discendenti di Braveheart o gli
olandesi epigoni dei pirati protestanti di Guglielmo d’Orange.
A noi toccano gli ultimi
discendenti dei maestri del calcio, si rinnova un confronto anglo-italiano
dalla storia lunghissima e gloriosa, per l’Italia e per la Fiorentina che a Ibrox
Park (contro l’altra squadra di Glasgow, i Rangers)
vinse la prima edizione della Coppa delle Coppe nel 1961 e nel 1976 vinse proprio
qui a Londra contro il West Ham una delle ultime edizioni della Coppa
Italo-Inglese, che si disputava tra le vincitrici delle Coppe di Lega dei due
paesi. Per non parlare della notte in cui Omar Gabriel Batistuta ridusse al
silenzio Wembley ed eliminò l’Arsenal dalla Champion’s League.
Altri tempi? Se sia andata bene o
sia andata male, se i viola saranno in grado di rinverdire fasti di un passato
che comincia ad allontanarsi molto nell’Almanacco del calcio, o quantomeno di
superare un trentaduesimo di finale decisamente ostico, sarà il campo a dirlo e
lo farà tra tre mesi, quando la stagione, i terreni di gioco e anche le
condizioni delle squadre saranno forse completamente differenti.
Inutile fasciarsi la testa o
avventurarsi in pronostici adesso, sviscerando le deludenti prestazioni di un
Tottenham che stenta a rimanere all’altezza del proprio glorioso passato. Due
titoli nazionali, esattamente come la Fiorentina, otto coppe nazionali, due in
più dei viola, una Coppa delle Coppe al pari di Firenze ma due coppe UEFA in
più. Dalla scorsa stagione la squadra arranca, la società è ufficialmente in
vendita e si appresta addirittura a lasciare lo storico (e troppo oneroso) impianto
di White Hart lane nel sobborgo di Tottenham, Haringey, North London.
Le ultime uscite degli Spurs sono state altrettante sconfitte,
in casa in campionato con lo Swansea, ad Istanbul contro il Besiktas dietro cui
hanno concluso la fase a gironi di Europa League. Peggio forse della Fiorentina
arruffona di questo inizio stagione, anche se il calcio inglese negli ultimi
anni è complessivamente rinato e gioca sulle ali di un entusiasmo che in Italia
è perso da tempo.
Un pronostico serio è dunque
impossibile, così come per le altre cinque italiane. E’ la stessa consistenza
del nostro calcio attuale a sconsigliarlo. Sono tutte squadre di buon livello
europeo le nostre avversarie, ma negli anni d’oro non le avremmo quasi prese in
considerazione se non in funzione preparatoria di scontri ben più impegnativi
nelle fasi successive. Adesso siamo scesi, nel ranking ma soprattutto nella
forza. Una delle due migliori squadre italiane ne prende sette dalla migliore
squadra tedesca, e poi ne prende due in casa dalla seconda squadra di
Manchester, dove una volta – ai tempi di Falcao e Bruno Conti – andava a dare
spettacolo senza quasi neanche togliersi la tuta.
Questi sono i tempi che corrono.
Per la Fiorentina bisognerà vedere come sarà trascorso l’inverno dello
scontento. Di Montella che ancora non ha fatto pace con l’organico della
squadra che allena, della società che si trova una volta di più di fronte ad un
mercato di riparazione in cui non avrebbe voluto minimamente impegnarsi e che
invece dovrà forse sfruttare con estrema attenzione e abilità, di giocatori tra
i quali serpeggia uno stato d’animo altalenante tra il malumore per le scelte
del tecnico e la voglia di riprendere comunque e malgrado tutto la corsa delle
scorse stagioni ed il feeling con la tifoseria. Di questa stessa tifoseria, che
tiene in sospeso qualunque perplessità su questi primi mesi di campionato e
Coppa in attesa di vedere che risultati arriveranno a primavera.
E’ una bella gita quella a
Londra, e a fine febbraio non è neanche altissima stagione. Mettiamola così, ci
sono posti peggiori nei quali seguire la propria squadra del cuore. E se si
vuole – a torto o a ragione – coltivare sogni di gloria in questa Coppa di Lega
Europea un Tottenham prima o poi va affrontato. Gli “speroni” non graffiano
forse più come una volta, ma è pur sempre un derby tra gli inventori del
calcio. Ci vorrà la migliore Fiorentina, Della Valle e Montella sono avvisati.
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