martedì 30 dicembre 2014

Michael Schumacher, la battaglia più difficile



 30 dicembre 2013

E' possibile dare la colpa al destino crudele se si trova in gravi condizioni uno che ha vissuto gran parte della sua vita a 300 all'ora? Pare di sì, poiché è quello che stanno scrivendo su tutti i social network amici, ex colleghi e semplici supporters a commento di quanto sta succedendo a Michael Schumacher, indimenticato e indimenticabile campione e recordman di Formula 1, sette volte iridato di cui cinque consecutive con la Ferrari.
Michael aveva dato l'addio definitivo alle corse nel 2012, a 43 anni e dopo essere sopravvissuto ad almeno un grave incidente, nel 1999 a Silverstone allorché se la cavò con una gamba rotta "soltanto". Ciò non gli aveva impedito di cominciare l'anno dopo la serie di vittorie leggendarie con il Cavallino Rampante, fino a concludere nel 2006 la prima parte della sua carriera con un palmares che rimarrà ineguagliato per chissà quanto. Poi il ritorno, nel 2010, altri tre anni di vita spericolata senza più successi, ma con un gusto immutato per il rischio.
Lo stesso gusto, lo stesso bisogno di adrenalina pura, che lo portava a cimentarsi in altre discipline sportive molto pericolose, come lo sci fuori pista praticato nei pressi della sua residenza francese di Meribel. Ieri la fortuna gli ha presentato il conto, e ancora non è dato sapere quanto sarà salato. Schumi ha perso il controllo degli sci durante una discesa al di fuori delle piste tracciate. La caduta rovinosa l'ha portato a sbattere la testa violentemente contro una roccia.
Malgrado il tedesco – spericolato ma metodico come sempre – indossasse
il casco, l'impatto gli ha prodotto una commozione cerebrale ben presto degenerata in emorragia durante il pur tempestivo ricovero nel vicino ospedale di Grenoble. I soccorsi sono scattati subito grazie al fatto che l'ex ferrarista non era solo, con lui sciava il figlio Mick. La situazione all'arrivo al nosocomio è parsa subito seria, Michael era in coma ed è stato mantenuto in tale stato farmacologicamente, mentre veniva sottoposto ad un intervento chirurgico per l'arresto dell'emorragia e la riduzione del trauma cranico.
Dopo quasi 24 ore, il bollettino medico parla di condizioni che restano "stabili ma critiche", con prognosi strettamente riservata. «Non possiamo pronunciarci sulle possibilità di sopravvivenza e sul futuro di Schumacher», ha chiosato l'equipe medica che lo segue, con la supervisione di quel professor Saillant dell'Università di Parigi, esperto di neurochirurgia, che già lo rimise a posto nel 1999 in una circostanza peraltro che adesso sembra molto meno grave dell'attuale.
Al capezzale dell'ex campione del mondo, tanti amici e colleghi, a cominciare dai compagni d'avventura Ross Brown e Jean Todt, e ovviamente la moglie Corinna ed i figli Gina Maria e Mick. Sebastian Vettel, l'attuale campione del mondo, nel rivolgergli gli auguri ha parlato di Schumi come di un secondo padre per lui. Giancarlo Fisichella, ex rivale in pista del tedesco, gli ha scritto: «Io ti conosco Michael, sei un grande. Questa è la corsa più difficile, ma sono certo che vincerai di nuovo».
La situazione rimane in continua ed imprevedibile evoluzione. Intanto, è il caso di dire che il campionissimo tedesco, sempre riservato e non molto espansivo durante tutta la sua carriera, non ha forse mai avuto così tante manifestazioni di affetto come adesso che la sua vita a 300 all'ora sembra davvero appesa ad un filo, a pochi giorni da quello che sarebbe il suo quarantacinquesimo compleanno, il 3 gennaio.

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