Mi dispiace, perché solitamente
Corrado Augias è uno studioso pregevole di cose sacre e di spiritualità. Ma ieri
sera a Ballarò ha detto una fila di sciocchezze. “Nei testi sacri, in tutti, si
trova di tutto”.
No, caro Augias. Non in tutti.
Non di tutto. Personalmente sono di quelli che prenderebbero tutte e tre le
cosiddette religioni monoteistiche e le
butterei in fondo al mare, come disse una volta nientemeno (e non a caso)
Mustafa Kemal Ataturk. Il mondo sarebbe sicuramente migliore, come suggeriva
John Lennon. Sicuramente non peggiore, come lo era quello Greco-Romano, dove la
gente almeno non aveva la pretesa di ammazzarsi per colpa e causa degli Dei.
Ma se vogliamo discutere di testi
sacri, caro Augias, nel Vangelo non c’è niente di paragonabile agli inviti alle
stragi di “infedeli” di cui pullula il Corano. Cristo non dice mai “uccideteli
tutti, ovunque siano”. Né per quanto né sappiamo lo pensa neanche. Queste sono
cose che semmai si ritrovano nel Vecchio Testamento, la Bibbia, scritta in un’epoca
in cui l’uomo era appena uscito dalla preistoria.
Non conosco la Torah, ma dal poco
che so neanche nel corpus dottrinale ebraico esiste una spinta allo sterminio
di tutti coloro che praticano confessioni religiose diverse. Di sicuro non era
questo il messaggio di Gesu Cristo, capo carismatico di una delle tante
comunità giudaiche di cosiddetti Esseni, sorta di socialisti utopistici – quasi
comunisti – ante litteram. Gente che ambiva a riformare la società
ebraico-palestinese degli ultimi secoli prima di Cristo in senso più
egualitario e più giusto sempre e comunque con la forza dell’esempio, mai con
quella delle armi.
Quando Cristo dice – come cita
Augias a sorprendente sproposito – “sono venuto a portare la spada”, è perché è
ben cosciente di quelle che saranno le conseguenze della sua predicazione. La
reazione violenta ci sarà, inevitabile, ma da parte delle autorità politiche e
religiose ufficiali, non da parte dei suoi Apostoli o discepoli. Le uniche
scene di violenza presenti nei Vangeli – a parte la Flagellazione e la Crocefissione
– sono quelle della cacciata dei mercanti dal Tempio (una legittima
incavolatura d’istinto, che rende Cristo semmai più umano e apprezzabile ai
nostri occhi) e il tentativo dell’Apostolo Pietro di resistere all’arresto di Gesu
nell’Orto dei Getsemani, quando estrae la spada e taglia l’orecchio al servo
del Sommo Sacerdote Caifa. Un tentativo che Cristo blocca sul nascere: “Rimetti
la spada nel fodero, Pietro; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha
dato?”.
Come ha detto qualcuno, Cristo si
fa crocifiggere senza reagire, e questo fa la differenza tra lui e tutti gli
altri fondatori di religioni, nei secoli dei secoli. Nel Corano invece si
percepisce, si sente quasi musicalmente il tintinnare delle scimitarre ad ogni
versetto. Bella differenza. Non è l’unica peraltro.
Il Cristianesimo ha sulla
coscienza attraverso i secoli le stesse vittime dell’Islam, almeno fino a
duecento anni fa circa. Ma intanto sulla predicazione di Cristo, su quello che
viene chiamato il suo Verbo, si è innestata la contraffazione cattolica operata
da San Paolo, che sfila di mano agli Apostoli i Vangeli, approva e fa
pubblicare solo quelli scritti come vuole lui e nasconde o distrugge gli altri.
La Chiesa che nasce fondata su Pietro è ben diversa dalla Comunità di Esseni in
cui Cristo voleva trasformare il mondo. E’ una Chiesa che una volta stabilitasi
a Roma ed ereditatone l’Impero usa la spada quanto e come l’Islam.
Ma Cristo porge l’altra guancia, Maometto
invece non lo fa mai. Maometto uccide personalmente e comanda di uccidere. Tutti
quanti, finché il mondo così decimato non sarà diventato la Casa dell’Islam. Il
suo verbo è questo, e nient’altro.
Cristo è un primus inter pares di
una Comunità di eguali. Non a caso quando i Protestanti riscoprono il suo
messaggio originale, ciò coincide più o meno con la nascita della democrazia e
della libertà nel mondo moderno occidentale. Laicismo e libero arbitrio sono
valori in origine cristiani, che ci piaccia o no (date a Cesare quello che è di
Cesare e a Dio quello che è di Dio). La società civile deve combattere
duramente la sua stessa Chiesa Cattolica per affermarsi, ma può farlo anche
perché Gesu Cristo ha detto lei come fare.
Nell’Islam non c’è niente di
tutto questo. Una Teocrazia immutabile che non ha dentro di sé i germi del
cambiamento, e non prevede né dialogo né tolleranza con chi si discosta anche
minimamente dalle parole del Profeta.
No, caro Augias. Nei testi sacri,
nei nostri almeno, c’è molto di più di ciò che serve a riempire una puntata di
Ballarò. Compresa la libertà di prenderli e gettarli in fondo al mare. Come il
più illuminato di tutti i musulmani, l’uomo che abolì il Califfato dopo 1.500
anni, suggerì di fare.
Nessun commento:
Posta un commento