venerdì 27 novembre 2015

Venti di guerra



E’ tutto scritto nelle Centuries et prophéties di Michel de Nostredame. In arte Nostradamus. Il celebre astrologo, scrittore, farmacista e speziale francese – un tuttologo insomma, come quelli che vanno di moda oggi – ha previsto la storia del Mondo fino ai giorni nostri nelle sue quartine scritte nello stile ambiguo e criptico della Sibilla Cumana (IBIS – REDIBIS – NON – MORIERIS – IN – BELLO, metti la virgola dove ti pare, dopo la seconda o la terza parola, e non puoi non indovinare, soprattutto retroattivamente).
Il chiaroveggente provenzale ha fatto la fortuna di tutti coloro che da secoli sfruttano la predisposizione umana a credere nel soprannaturale, chiamiamolo così. Le Centurie, scritte più o meno ai tempi della pace di Cateau-Chambrésis, avrebbero previsto eventi lontanissimi nel tempo come la Seconda Guerra Mondiale, la Guerra Fredda, l’11 settembre e lo scontro di civiltà fra Cristianesimo e Islam. Con annessa probabile fine del mondo stesso così come lo conosciamo.
Certo è che un po’ come succede per quei thriller ed horror televisivi che rappresentano fantasie poi abbondantemente superate dalla realtà che hanno ispirato, i fatti di cronaca sembrano confermare le predizioni dello speziale chiaroveggente con una puntualità che dà da pensare. Stai a vedere che i potenti della Terra hanno letto tutti le sue Centurie, e fanno a gara a chi si attiene più fedelmente alle loro predizioni. Nostradamus, e se non lui San Malachia o i Sacerdoti Maya, hanno messo in testa a quelli delle varie stanze dei bottoni anche le idee più balzane che altrimenti mai avrebbero avuto da soli.
Com’è noto, il veggente di Saint Remy de Provence dalla stanzetta in cui si era ritirato dopo che la peste gli aveva decimato la famiglia (evento a quanto pare da lui non previsto, ma come si sa nemo propheta in patria) aveva preconizzato che la Guerra Mondiale Finale sarebbe scoppiata in Francia per colpa della Falce di Luna e avrebbe finito per travolgere tutto il mondo moderno. Alla fine di essa, si sarebbe stabilito un lungo periodo di pace di cui però solo pochi avrebbero goduto. L’Olocausto Nucleare che abbiamo temuto per decenni come conclusione della Guerra Fredda tra le Superpotenze uscite dalla Seconda Guerra Mondiale sarebbe alla fine stato scatenato dalla Terza, scoppiata tra le due religioni che si contendono il Vecchio ed il Nuovo Mondo fin dai tempi dell’Egira.
La chiaroveggenza retroattiva fa un gran comodo per spiegare una catena di eventi ai quali in questi giorni si stenta altrimenti a trovare una logica. Sembra che ognuno degli Stati coinvolti da questo scontro di civiltà su cui si innesta un ancora più forte scontro di interessi economici abbia deciso di giocare la sua partita a carte con il Diavolo, incurante delle possibili conseguenze. Tra le quali un possibile Armageddon, che guarda caso è patrimonio culturale comune a tutte o quasi le religioni. E ci sarà un perché.
La carenza di leadership verificatasi con l’avvento di una presidenza americana tra le più deboli e inconsistenti della storia di quel paese ha lasciato campo libero alle ambizioni di capi e capetti. I mostri creati da servizi segreti per i quali si stenta ad applicare come etichetta la corrispondente parola anglosassone, Intelligence, si sono puntualmente rivoltati contro il creatore come la creatura di Frankenstein. Al Qaeda e l’Isis, se sono fenomeni genuini (del che ci siamo permessi in passato di dubitare più volte), sono fenomeni che avrebbero potuto essere evitati da una classe dirigente appena un po’ più avveduta di quella che ha in mano le sorti dell’Occidente da vent’anni almeno a questa parte.
Errori marchiani come le due Guerre del Golfo combattute con una carenza progettuale senza precedenti si sono parimenti dimostrati esiziali prima di tutto per chi li ha commessi. Anche se nessuno quanto e come la cosiddetta Primavera Araba, la Madre di tutte le Stupidaggini, messa in atto non da quella diplomazia americana a cui abbiamo sempre imputato – a volte con ragione – inesperienza e rozzezza di giudizio ma bensì dalla navigata omologa europea. Da francesi, inglesi, italiani, gente che affaccia sul bacino del Mediterraneo da millenni, che ha gestito imperi, che combatte i Mori o ci convive fin dalle origini dell’Islam.
La Siria però non è più la vittima del tentativo di esportazione di una improbabile democrazia come quelli che ci hanno portato a rimestare nel precario equilibrio tra un potere politico a volte brutale ma comunque laico e non ostile a noi come le dittature di Egitto, Libia, Tunisia, Iraq ed il loro corrispettivo religioso rappresentato da teocrati più o meno fermi a Maometto. Ad Aleppo e nelle altre zone del Medio Oriente dove si combatte, lo si fa finalmente in nome di interessi economici espliciti, non più mascherati dall’ipocrisia o dalla confusione mentale. Da una parte un mondo islamico che vive l’ennesima recrudescenza del conflitto endemico tra Sciiti e Sunniti e che cerca di indebolire drasticamente l’Occidente scaraventandogli quantità giornaliere ingestibili ed insostenibili di migranti. Dall’altra un fronte – chiamiamolo così – cristiano che si presenta all’appuntamento con le predizioni di Nostradamus ancor più variegato e frazionato di quanto era prevedibile anche da parte del più chiaroveggente dei veggenti.
La Francia di Hollande, da cui correttamente parte tutto nella fase decisiva che porta alla resa dei conti globale in Medio Oriente ed in Europa, scopre che quell’asse franco-tedesco su cui aveva riposto tante speranze le serve a poco ora che deve dare risposte ad un popolo che canta coraggiosamente la Marsigliese sotto i colpi dei kalashnikov degli attentatori ma che, svegliatosi da un lungo e colpevole torpore, si scopre costituito per almeno il 10% proprio da quei musulmani che improvvisamente sono diventati il nemico.
La Germania di Frau Merkel è ancora in ginocchio – cosa impensabile fino a questa estate – sotto i colpi inferti a Volkswagen e Deutsche Bank, i pilastri con cui pensava di reggere l’urto dei profughi trasformandolo in un nuovo boom economico tedesco. La Merkel va a bombardare a fianco di Hollande non più come il partner forte della coppia, il vero maschio, ma come il più debole dei fratelli De Rege. La signora di ferro lascia inoltre spiazzato il fedele alleato italico Matteo Renzi, che si deve inventare qualcosa per conto suo visto che da Berlino non arrivano più ordini. Bombardare senza entrare in guerra è uno sketch già usurato dal tempo. Servirà qualcos’altro, e a breve.
A proposito dell’Italia, in una recente intervista il leader russo Putin ha dichiarato che trattasi ormai di un paese che non conta più nulla, governato da persone irresponsabili che per di più nessuno ha eletto. Per fare una simile valutazione, non importava essere Nostradamus. Sicuramente al buon Vladimir deve essere più difficile capire in questi giorni cosa fare con Erdogan e la Turchia. Sono i due paesi più potenti militarmente parlando a ridosso dell’area mediorientale. Sono quelli che maggiormente agognano a riempire il vuoto di potere lasciato dagli americani, tagliandosi una fetta di Siria ed Irak in ogni caso a spese dei Curdi (che nello scacchiere internazionale recitano sempre la parte di quel membro dei Brutos che prendeva lo schiaffone e veniva lasciato a piangere). Dai tempi dello Zar e del Sultano, Russia e Turchia si prenderebbero a schiaffi tanto ma tanto volentieri. Damasco val bene una pila di cadaveri sui Dardanelli, come ai vecchi tempi?
Sassi contro l'ambasciata turca di Mosca
Difficile stabilire da che parte stare. Forse per questo tanti aspettano il trascorrere dell’ultimo anno dell’inutile presidenza di Barack Obama. Un bel presidente di destra con i capelli tagliati a spazzola renderebbe tutto più semplice. Alla peggio, la Clinton come primo presidente donna non potrebbe mai fare peggio del primo presidente di colore. Nel frattempo la C.I.A. appoggia Erdogan, cercando di trasformarlo nel nuovo Saddam Hussein, mentre Assad se la ride al vedere un Occidente di così poche idee ma in compenso confuse. L’Arabia Saudita finanzia intanto Al Qaeda e Isis sperando che indeboliscano l’Occidente, per fare la qual cosa basterà forse la prima bolletta del gas rilasciata da Putin quest’inverno.
Con tutto questo sullo sfondo, risuona per noi la inesorabile colonna sonora dei discorsi del Presidente Mattarella e dell’onorevole Boldrini. Bisogna che finiscano le violenze sulle donne. Bisogna anche che i musulmani si integrino nella nostra società. Bel problema. Avete mezz’ora di tempo per risolverlo a partire da adesso. Tra mezz’ora consegnate.

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