Domenica
mattina, Comune di Vaglia, Frazione Caselline, Provincia di Firenze. Soffia
forte il vento, pare quasi d'essere a Trieste, la città della Bora. Quasi,
diciamo, perché lì il vento a volte supera i 100 chilometri orari ed è capace
di ribaltare gli autoarticolati. Anche qui comunque oggi siamo un pezzo avanti,
come si suol dire. Stanotte il vento è stato capace di ribaltare un cassonetto
pieno di immondizia, che adesso ostruisce metà carreggiata della strada di
accesso alle abitazioni.
Ci si
sveglia spesso con qualche problema la domenica mattina, in Comune di Vaglia. O
manca la corrente elettrica, o la linea telefonica, o c'é stata qualche nuova
impresa della banda delle rapine in casa, oppure il vento ha sradicato le
piante (che nessuno sorveglia o mantiene più). Far West Vaglia, soprattutto da
quando ha preso piede la nouvelle vague dello sciocchezzario politico
italiano, la fusione di Comuni. Vaglia è finita con Fiesole, due lande
sterminate abbandonate da Dio che hanno messo in comune (è il caso di dire) il
nulla che le amministra.
Un
anno fa, per andare a votare per l'attuale Parlamento (e Governo) in carica,
chi scrive si dovette spalare la neve da casa sua al seggio elettorale.
Dell'amministrazione comunale, in scadenza di mandato e con altro evidentemente
a cui pensare, nemmeno l'ombra. Un mese fa circa, un albero con troppi anni
sulle spalle e poca cura da parte dell'uomo decise di porre termine ai suoi
giorni crollando a ridosso della sede stradale della statale che da Pratolino
scende a Fontebuona, la famosa (o famigerata) “Bolognese”.
Chi
scrive, dopo mezz'ora di coda senza informazioni né prospettive, decise di
interpellare due agenti della Municipale che risalivano lemme lemme la
coda a piedi. Non ci si attendeva una risposta da G-men americani (abbiamo
visto troppi telefilm, ci hanno creato troppe aspettative, e in ultima analisi
rovinati....), ma nemmeno quel “si fa icché si pole, 'un siamo né indovini né
maghi” con cui fummo ripagati. Per la cronaca, quella serata da tregenda finì
tre ore dopo, quando riuscimmo a guadagnare la porta di casa dopo un
peregrinare per tutte le traverse del Mugello alle quali nessuno aveva pensato
di piazzare non diciamo qualche agente (i tagli alla spesa qui hanno colpito
duro, la Stazione dei carabinieri di Vaglia conta soltanto tre, dicasi tre
agenti, e la Municipale è messa appena un po' meglio, anche dopo la fusione con
il comune limitrofo) ma almeno qualche cartello segnaletico.
Stamani,
siamo stati tra i pochi solerti cittadini che hanno ritenuto opportuno
“disturbare” le forze dell'ordine. La maggioranza ormai vive la res publica
allo stesso modo di un pueblo messicano dei tempi di Zorro, lascia fare al
Sergente Garcia (cioé al nulla di turno) e si disinteressa di tutto ciò che non
sia la rituale sagra di diosolosache o la tombola alla Casa del popolo. Per i
pochi che come chi scrive ancora si indignano a constatare qualche disservizio,
provare – per credere – a telefonare a uno dei tanti 11equalcosa.
Si
comincia, su suggerimento della propria compagna originaria di Trieste (e male
abituata da diversi secoli di amministrazione asburgica mai troppo rimpianta)
con i Vigili del Fuoco, che nella città della Bora compiono spesso e volentieri
mirabilie a riparare ai danni del vento e a salvaguardare i cittadini. Grossa
delusione, nell'ex Granducato di Toscana le parentele con gli Asburgo sono
state dimenticate da tempo, e il 115 si è adeguato. Dopo lunga trattativa,
viene fuori l'aspetto dirimente: la vostra è una strada privata, dovete
provvedere da soli. Chi scrive non può fare a meno di immaginare uno di quei
bei camion rosso fiammante dei famosi telefilm, con su scritto sulla fiancata
qualche bel motto in latino. A questo punto ci starebbe bene un bel Arrangiate
Vobis. E tanti saluti a Kurt Russell, a Robert de Niro, ma anche a quei
vigili nostrani che una volta venivano con il sorriso sulle labbra (e stipendi
non certo superiori a quelli attuali) a riprenderti il gattino che era salito
sull'albero e non sapeva scendere.
Che
si fa? Si telefona in Comune, poi alla Polizia Municipale, poi all'azienda di
smaltimento rifiuti. Infine, memori dell'educazione civica masticata fin da
bambini e ispirati dalle credenze di una vita intera, ecco l'idea per andare a
colpo sicuro. Quando tutto viene meno, resta la Benemerita. I Carabinieri non
tradirono nemmeno l'8 settembre. Non lo faranno nemmeno stavolta.
La
chiamata al 112 è la più grossa delusione di una vita. Per chi, come chi
scrive, è stato allevato nel culto delle istituzioni e tra queste nel culto
della fiamma sul berretto, Nei secoli fedele, sentire dopo diversi
minuti di corretta, rispettosa ed essenziale spiegazione della motivazione
della chiamata la voce dell'operatore/carabiniere pronunciare un disarmante
“tiratevelo su” che sembra uscito dalla più trash delle commedie
all'italiana degli anni 70 rappresenta il crollo delle illusioni e dei
sentimenti di tutta una vita. Segue un “proveremo a richiama' er Comune, si
ce risponnono” che non ha bisogno di altri commenti. La comunicazione si
interrompe, almeno al 115 ci avevano chiesto minacciosamente nome e cognome
(guai a disturbare gli Dei nel giorno dedicato al loro riposo, lo insegnavano
già gli antichi greci). Il 112 niente, farebbe fatica ad appuntarsi anche chi è
'sto seccatore.
Non
rimane che seguire il consiglio delle autorità. Ci proviamo da soli. In una
strada abitata da persone anziane e assenteisti del vivere civile, siamo io e
la mia compagna. Troppo pochi, ci vorrebbe un terzo a fare leva, il cassone è
pieno de monnezza, come avrebbe detto la voce delle autorità. Ma tertium
non datur, e allora rimane dov'é. Un pensiero si insinua repentino: ma con
quanto si paga di tassa rifiuti ci si deve anche spezzare la schiena per
ripristinare sicurezza e servizio? Ma che vadino a remengo, avrebbe detto Sua
Maesta Vittorio Emanuele I di Sardegna, fondatore dei Regi Carabinieri.
Che
ci pensi il 118, se Dio non voglia in una strada dove abitano persone anziane
qualcuno avrà bisogno di un'ambulanza. Una macchina transita a fatica e con
attenzione e perizia del pilota. Un'ambulanza che magari trasporta un
infartuato, chissà. Chi scrive è a disposizione per denunciare mezzo mondo, da
proprietari che non hanno mai sentito loro dovere asfaltare questa
interpoderale spacciata per una strada privata a tutte le istituzioni della
Repubblica, nessuna esclusa, che la lasciano ogni giorno al suo destino,
insieme a chi desiderava vedere le proprie tasse meglio impiegate.
P.S.
Le telefonate a 112 e 115 sono registrate per legge, e quindi a disposizione
per conferma di quanto sopra. Quelle a Comune, Vigili Urbani e azienda rifiuti
ovviamente no, in quanto come si conviene al Giorno del Signore si è guardato
bene dal rispondere chicchessia.
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