Mi si chiede di buttare giù un
giudizio sulla sessione di mercato appena conclusasi. Brutta storia. Troppo
facile scrivere quando le cose vanno bene. Troppo complicato – ed impopolare –
tentare di spiegare perché non va bene più nulla.
Cominciamo dalle buone notizie.
Yakovenko rimane. Il che significa soprattutto che rimane sua moglie. Abbiamo
già perso la mamma di Cuadrado, la fidanzata di Gomez e un discreto numero di
first ladies viola. Se avessimo detto addio anche alla avvenente sig.ra Anna Nyzhnyk allora sì che il panorama fiorentino a poche ore dalla
chiusura del mercato estivo sarebbe plumbeo come una giornata ucraina di
periferia (non me ne vogliano i connazionali del buon Yakovenko).
Dice, te hai
voglia di scherzare. La voglia per la verità sarebbe di piangere. E’ stata una
campagna cessioni e basta. Una trentina circa di calciatori dati via a costo
zero (contratti scaduti o prestiti gratuiti, l’ultimo e più clamoroso quello di
Basanta), poco e male sostituiti nei tre mesi di tempo avuti a disposizione.
Una società che si riduce come di consueto alle ultime ore dell’ultimo giorno
per fare qualche acquisto “salva immagine”, un po’ come noi da bambini ci si
riduceva alla sera della Befana per
sbrigare almeno l’essenziale dei compiti a casa per le vacanze di Natale.
Una società che
rimedia inesorabilmente le ultime brutte figure spicciole che vanno ad
aggiungersi a quelle molto più clamorose accumulate nel corso di questa lunga
ed insopportabile estate. Nell’ordine, andiamo ad elencare. Scoppia subito a
giugno la grana Salah. Il Messi delle Piramidi si rende irreperibile a Firenze
e dopo un po’ lascia Londra per Roma, dove firma un secondo contratto che si
affianca e sovrappone a quello con i viola. Grana legale? Macché, qualcuno l’ha
autorizzato a farlo, già a gennaio. Avrà avuto le sue buone ragioni?
A luglio è la
volta di Milinkovic Savic giovane ex promessa croata del Genk (squadra belga).
Arriva a Peretola per essere presentato al pubblico fiorentino, viene portato
al Franchi dove annuncia che prosegue per Formello, provincia di Roma, sede
della Lazio. Sarà stato un malinteso?
Ad agosto è la
volta di Joaquin. Che vuole tornare a casa, mentre l’ACF non ce lo vuole
mandare. O dice di non volerlo fare, mentre in realtà qualcuno già l’anno
scorso gliel’ha promesso. Si rispolverano schemi vecchi e consolidati, il
reprobo viene additato al pubblico ludibrio, e liberato soltanto nelle ultime
ore di agonia di questa campagna acquisti (si fa per dire). Ogni riferimento a
Montolivo non è per niente casuale.
Nel frattempo, il
monte ingaggi è stato liberato da cifre ingenti, ma anche il nuovo tecnico
Paulo Sousa è stato scippato di giocatori su cui aveva già cominciato a
disegnare i suoi schemi. Savic gli viene sottratto mentre è all’aeroporto ad
imbarcarsi per gli Stati Uniti. Lo addolciscono dicendogli che stanno trattando
un sacco di gente. Vero o no, si tratta di gente di proprietà di società con
cui si è litigato da tempo, e come belve. Iturbe dalla Roma e Andreolli
dall’Inter (non Facchetti od Eusebio, si badi bene) sfumano al calar delle tenebre (in tutti i
sensi) del 31 agosto 2015. Quando si apprende che la squadra che secondo Andrea
Della valle alla fine della partita contro il Milan era “a posto così” e che
alla fine della partita contro il Torino andava rincorsa su per Viale dei Mille
come ai vecchi tempi, non ha più possibilità di essere emendata.
Sono arrivati, è
vero, un paio di convalescenti, Suarez dall’Atletico e questo impronunciabile Blaszczykowski
dal Borussia Dortmund, tra l’altro in prestito. Poi c’è Verdu, quello che il
bilancio tira su, e Baez. Che non è la Joan che abbiamo amato tutti quando
eravamo ragazzi al tempo di Woodstock, ma qualcos’altro di inimmaginabile al
momento.
Mi si chiede di esprimere un
giudizio su tutto ciò. So che non è bello rispondere ad una domanda con una
domanda. Ma voglio chiedere io per una volta ai sig.ri Della Valle quanto
pensano ancora di poter gestire l’ACF Fiorentina in questo modo. I fratelli di Casette
d’Ete hanno un patrimonio personale stimato in circa 2 miliardi e mezzo di
euro. Dall’attuale campagna dismissioni hanno ricavato un ulteriore attivo che
qualcuno stima in 4 milioni, e qualcun altro vi aggiunge pure Cuadrado, Savic e
compagnia bella. Altro che 4 milioni.
Possibile che non si trovi più un
euro da spendere per la Fiorentina? Cari signori, Firenze non è solo un brand e
la Fiorentina non è solo una vostra proprietà a norma dell’asettico diritto
commerciale. E’ un patrimonio ed un simbolo di Firenze al pari del Ponte Vecchio
e della Cupola del Brunelleschi. Se avete intenzione di venderla, come nelle
strade della città ormai si dice a voce neanche tanto sommessa, vi preghiamo:
fatelo e alla svelta. Di vedere la nostra squadra del cuore trattata in questo
modo, di vivacchiare, noi vecchi e nuovi tifosi viola non ne possiamo più.
Spero di avere risposto
esaurientemente.
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