Vincenzo Nibali trova
la fuga giusta per aggiudicarsi il Giro di Lombardia negli ultimi tornanti che
da Civiglio a San Fermo della Battaglia provocano l’ultimo strappo prima
dell’arrivo sul rettilineo nel centro di Como. Dopo sei ore estenuanti gli ci
vogliono gli ultimi sei chilometri per fare la selezione e presentarsi al
traguardo come uomo solo al comando. E’ la “classica delle foglie morte”,
l’ultima gara autunnale che chiude la stagione ciclistica.
La stagione calcistica invece è
appena all’inizio, siamo alla settima giornata, e c’è già una squadra sola al
comando. Firenze si sveglia capolista per il secondo lunedi consecutivo, ma
stavolta in solitario. E pazienza se è un lunedi nebbioso e umido. L’aveva
detto Giovanni Trapattoni che lassù ci fa tanto freddo. Basta coprirsi bene. A
buon intenditor – non certo l’ottimo Paulo Sousa di questo avvio di campionato
– poche parole.
A differenza di Nibali, per la
Fiorentina la gara che vale il primato assoluto si mette per il verso giusto
fin dalle prime curve. Blaszczykowski – di seguito indicato
come Kuba, come si dice negli atti pubblici, e per ovvi motivi - sta ritrovando
la vecchia condizione e il suo scatto in area al quarto minuto è di quelli
micidiali. Ci vanno in due atalantini su di lui, e lo travolgono nel più
clamoroso dei sandwich. L’arbitro Carmine Russo di Avellino non ha dubbi, la
sua decisione è ineccepibile a termini di regolamento: rigore ed espulsione
diretta del malcapitato Paletta.
Dei due orobici
per la verità non è quello che provoca il fallo, ma è quello che lo conclude
più vistosamente. L’argentino va negli spogliatoi, Josip Ilicic per la seconda
domenica consecutiva va sul dischetto del rigore quando ancora qualche
spettatore non ha finito di sistemarsi sul proprio seggiolino. Si può discutere
sul regolamento che per la seconda volta mette in dieci fin dalle prime battute
l’avversario della Fiorentina, ma finché questo è in vigore c’è poco da dire.
Si può semmai meravigliarsi che gli arbitri finora siano stati così ligi al
dovere con la Viola. Qualche battuta già serpeggia sugli spalti, stai a vedere
che Renzi ha fatto davvero il decreto Salvafiorentina.
Chi non si può
più discutere davvero è Josip Ilicic, giocatore assolutamente rinato. Lo
sloveno ha un altro atteggiamento in campo, prima ancora che un altro passo. Il
resto ce lo mette l’allenatore, che sembra aver trovato il posto e le
motivazioni giuste per ciascuno dei suoi giocatori. Paulo Sousa ha
indubbiamente il vento che soffia potente alle sue spalle, perché tutte le sue
scelte in questo momento si rivelano azzeccate. E’ un dato di fatto però che la
Fiorentina di questo inizio d’autunno appare una squadra che gioca più che
bene. Gioca “micidiale”. Gioca essenziale, andando a cercare punti deboli
dell’avversario e punti che la mantengano lassù dove fa più freddo ma si sta
tanto bene.
Insomma, Ilicic
la mette in rete con grande sicurezza, Sportiello da una parte, pallone
dall’altra. Da quel momento comincia uno show viola fatto di schemi da
stropicciarsi gli occhi e di giocate individuali da cineteca.
Difficile dire
chi è il meglio in campo di questa Fiorentina, tra Alonso, Ilicic, Kuba,
Kalinic, un Borja Valero come l’avremmo sempre voluto vedere. Lo spagnolo
compie un solo errore sulla propria tre quarti, e potrebbe costare caro alla
Fiorentina se Tatarusanu non timbrasse il cartellino da par suo nell’unica
circostanza in cui gli viene richiesto. Non correrà più grossi rischi la
retroguardia viola da quel momento, ma questo è sufficiente a far dire a Sousa
nel dopopartita che proprio sulla fase difensiva di questa squadra c’è ancora
da lavorare.
Davanti invece
i suoi uomini sono uno spettacolo. Le occasioni per raddoppiare, e con bello
stile, non mancano. Il mister portoghese si mostra insoddisfatto semmai della
prova di Bernardeschi, ma è proprio il ragazzino dal grande talento a cavargli
le castagne residue dal fuoco per la seconda partita consecutiva dopo Lisbona.
Il suo assist d’istinto per il “dai e vai” a Borja è splendido, e mette lo
spagnolo a tu per tu con Sportiello, con la palla giusta per segnare un gol dei
suoi. Il madrileno da lì non sbaglia mai, il gol lo carica ulteriormente per un
prosieguo di gara che alla fine gli vale una delle standing ovation più sentite
da parte dello stadio Franchi, allorché lascia il posto ad un altrettanto
motivato Mati Fernandez.
Poco prima,
applausi scroscianti per Bernardeschi rilevato da Vecino e per Ilicic
sostituito dal neo acquisto Verdu. Il pubblico di Firenze è appagato da quanto
ha visto, a questo punto applaudirebbe anche il magazziniere dello stadio, ma
le ovazioni stasera sono tutte meritate. E quando già si dispone ad un
tranquillo e felicissimo rientro a casa, dopo una ripresa trascorsa ad
assistere all’accademia del calcio offerta dai propri beniamini, ecco che
proprio Verdu regala la ciliegina sulla torta.
Kalinic ha
cercato per tutta la partita il gol personale, ingolosito da una classifica
cannonieri che dovrebbe vederlo protagonista. Non è stata la sua serata, ed è
bene lasciare qualcosa anche per le prossime difficilissime partite. Meglio
improvvisarsi assist man, sia di tacco che di punta. Nell’ultima occasione
prima del fischio finale, eccolo pescare lo spagnolo appena entrato con uno
spiovente di primissima intenzione.
Verdu dimostra
di non essere venuto qui soltanto ad aggiustare bilanci e plusvalenze. Il suo
interno destro al volo ricorda molto un Salvatore Bagni d’annata e si infila
alle spalle dell’attonito Sportiello consegnando il suo autore alla gioia della
sua gente. Il 3-0 finale inoltre è un risultato che risponde molto di più a
quanto si è visto sul campo. Sulla Fiorentina capolista nessuno tra l’altro
sembra avere più da discutere. Le marmellate bisogna comunque saperle fare, e
Paulo Sousa sembra saper scegliere la frutta adatta e cucinarla al punto giusto.
E’ un momento
felice per la Fiorentina, che durerà i quindici giorni della sosta per la
Nazionale. Dopo l’azzurro dell’Italia, ai supporters viola si parerà davanti
quello di Napoli. Sarà un test di importanza fondamentale per misurare le
ambizioni della capolista, subito dopo doppiato da quello offerto dalla Roma
che verrà al Franchi. Ne sapremo molto di più tra un mese su quanto freddo avrà
fatto in vetta al campionato e quanto bene si sarà coperta questa Fiorentina.
Ieri sera Andrea Della Valle sembrava molto più disinvolto nell’esternare il
tifo come uno dei tanti ragazzi presenti allo stadio. La sensazione è che
qualcosa stia maturando, e finalmente anche a Firenze si giochi per vincere.
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