Forse
non era il momento migliore per togliere il campionato di calcio a
Firenze, con la sua squadra del cuore in testa alla classifica e
lanciatissima ad inseguire un sogno, quel sogno di cui per
improvvisa ma doverosa scaramanzia in città tutti hanno smesso di
parlare, evitando accuratamente di pronunciarne il nome.
Difficilmente gran parte del popolo viola si sarà consolato con l’azzurro della Nazionale, che da queste parti non gode purtroppo di molte simpatie per le note ed annose vicende. Altri sport avranno fornito soltanto una surroga parziale, con Valentino Rossi che si avvicina alla leggenda e ad un clamoroso canto del cigno con la corona iridata della MotoGp e con la Ferrari che torna a far sperare – se non ancora sognare – i propri tifosi alla vigilia della sua quotazione in borsa.
No, per sostituire il viola nel cuore dei Fiorentini c’è solo il viola, anche se con una leggera tonalità che vira al rosa. Ecco quindi l’esordio stagionale della Fiorentina Women’s Football Club. In altre parole, la Fiorentina femminile. La società di Diego ed Andrea Della Valle infatti, in attesa di cominciare a scrivere la storia del calcio in versione maschile, ha deciso di raddoppiare la posta e di provarci anche in campo femminile.
Non è più tempo di alzare le spalle con aria di sufficienza. Il calcio femminile è una realtà mondiale, ormai. E quando l’Italia si sarà messa al passo con il mondo, l’A.C.F. Fiorentina potrà vantarsi di essere stata la precorritrice invertendo clamorosamente il trend storico che vide la città dell’Arno ultima tra i capoluoghi di regione a dotarsi della rappresentativa maschile nel secolo scorso. Quando il prossimo mese di agosto 2016 i maschi festeggeranno la veneranda età di novant’anni (magari chissà con qualche altro motivo sopravvenuto che anche noi, per scaramanzia, evitiamo di chiamare per nome), le femmine festeggeranno il primo anno di una storia che nelle intenzioni della società e negli auspici dei tifosi si preannuncia come altrettanto gloriosa ed appassionante.
Era il 19 agosto scorso infatti quando la neonata FWFC – dalla maglia rigorosamente viola – fu presentata dal suo nuovo presidente Sandro Mencucci, per lungo tempo amministratore delegato della società e della squadra maschile e adesso sempre più proiettato verso il futuro di questo sport e le nuove tendenze di mercato, con una propensione alla modernità che gli è congenita.
Anticipando un trend che la stessa Federcalcio ha finalmente deciso di promuovere anziché di ostacolare, la Fiorentina - come raccontò Mencucci - aveva deciso di darsi un’impronta all’americana promuovendo l’altra metà del calcio. Gli USA – com’è noto – stanno diventando una potenza del calcio mondiale proprio grazie al settore femminile, che ad oggi conta ben 18 milioni di iscritti.
Difficilmente gran parte del popolo viola si sarà consolato con l’azzurro della Nazionale, che da queste parti non gode purtroppo di molte simpatie per le note ed annose vicende. Altri sport avranno fornito soltanto una surroga parziale, con Valentino Rossi che si avvicina alla leggenda e ad un clamoroso canto del cigno con la corona iridata della MotoGp e con la Ferrari che torna a far sperare – se non ancora sognare – i propri tifosi alla vigilia della sua quotazione in borsa.
No, per sostituire il viola nel cuore dei Fiorentini c’è solo il viola, anche se con una leggera tonalità che vira al rosa. Ecco quindi l’esordio stagionale della Fiorentina Women’s Football Club. In altre parole, la Fiorentina femminile. La società di Diego ed Andrea Della Valle infatti, in attesa di cominciare a scrivere la storia del calcio in versione maschile, ha deciso di raddoppiare la posta e di provarci anche in campo femminile.
Non è più tempo di alzare le spalle con aria di sufficienza. Il calcio femminile è una realtà mondiale, ormai. E quando l’Italia si sarà messa al passo con il mondo, l’A.C.F. Fiorentina potrà vantarsi di essere stata la precorritrice invertendo clamorosamente il trend storico che vide la città dell’Arno ultima tra i capoluoghi di regione a dotarsi della rappresentativa maschile nel secolo scorso. Quando il prossimo mese di agosto 2016 i maschi festeggeranno la veneranda età di novant’anni (magari chissà con qualche altro motivo sopravvenuto che anche noi, per scaramanzia, evitiamo di chiamare per nome), le femmine festeggeranno il primo anno di una storia che nelle intenzioni della società e negli auspici dei tifosi si preannuncia come altrettanto gloriosa ed appassionante.
Era il 19 agosto scorso infatti quando la neonata FWFC – dalla maglia rigorosamente viola – fu presentata dal suo nuovo presidente Sandro Mencucci, per lungo tempo amministratore delegato della società e della squadra maschile e adesso sempre più proiettato verso il futuro di questo sport e le nuove tendenze di mercato, con una propensione alla modernità che gli è congenita.
Anticipando un trend che la stessa Federcalcio ha finalmente deciso di promuovere anziché di ostacolare, la Fiorentina - come raccontò Mencucci - aveva deciso di darsi un’impronta all’americana promuovendo l’altra metà del calcio. Gli USA – com’è noto – stanno diventando una potenza del calcio mondiale proprio grazie al settore femminile, che ad oggi conta ben 18 milioni di iscritti.
Sauro Fattori, Sandro Mencucci, Patrizia Panico |
Tollerato all’inizio come uno sport minore, un gioco appunto “da donne” rispetto ai più maschi autoctoni football, baseball e basketball, il soccer
americano ha beneficiato dell’enorme afflusso di donne che cercavano il
loro momento di sport e di gloria. Gli USA ne hanno beneficiato come
nazione sportiva vincendo diverse volte il mondiale di categoria
(l’ultima quest’anno, sono campioni in carica).
Dai numerosi viaggi compiuti negli States in occasione di tournées della squadra maschile, Mencucci e lo staff viola hanno appreso con interesse sempre crescente come possano coniugarsi sport e business all’americana. L’occasione era ghiotta, e quando nel maggio scorso la vecchia A.C.F. Firenze ha lanciato il grido di allarme e di dolore lamentando di non avere più le risorse per iscriversi al campionato di categoria di serie A (in cui peraltro nell’ultima stagione le ragazze in rosa/viola erano giunte quarte, bissando il risultato dei maschi), ecco che l’ACF Fiorentina è stata quindi pronta a passare da un “appoggio esterno” ad un coinvolgimento diretto.
La presentazione della nuova società era passata per la verità quasi in secondo piano, l’attualità incombeva e il neo-presidente Mencucci aveva dovuto fronteggiare un interesse dei media quasi interamente catalizzato dalla vicenda Salah. Passare dalla inevitabile e doverosa polemica con un ambiente del calcio in cui nessuna società aveva mostrato solidarietà con quella viola alle prospettive della neonata squadra femminile sembrò comunque una irresistibile boccata d’aria. Seduta accanto a Mencucci ed al mister Sauro Fattori (ex promessa da giocatore del vivaio viola e già allenatore dell’ACF Firenze pre-dellavalliana), fu presentata la fuoriclasse del calcio femminile Patrizia Panico, bomber di lungo corso, plurivincitrice di scudetti e coppe di categoria ed attualmente capitana indiscussa della Nazionale Azzurra.
I numeri di Patrizia parlano da soli, quasi 600 reti in 500 partite (oltre alle 107 in Nazionale che ne fanno la top scorer di tutti i tempi davanti a “mostri sacri” come Elisabetta Vignotto e Carolina Morace), prima di approdare in riva all’Arno. Da sabato pomeriggio il suo score ha cominciato a muoversi anche in viola. Delle tre reti complessive con cui le violet women hanno espugnato Castelfranco di Sotto, nella gara valida per il primo turno di Coppa Italia, due portano la sua firma: una spettacolare mezza rovesciata volante ed un colpo di testa su assist della Vicchiarello. Aveva aperto le marcature Elisabetta Tona per le viola, ha accorciato le distanze Acuti del Castelfranco poco prima del fischio finale.
Dai numerosi viaggi compiuti negli States in occasione di tournées della squadra maschile, Mencucci e lo staff viola hanno appreso con interesse sempre crescente come possano coniugarsi sport e business all’americana. L’occasione era ghiotta, e quando nel maggio scorso la vecchia A.C.F. Firenze ha lanciato il grido di allarme e di dolore lamentando di non avere più le risorse per iscriversi al campionato di categoria di serie A (in cui peraltro nell’ultima stagione le ragazze in rosa/viola erano giunte quarte, bissando il risultato dei maschi), ecco che l’ACF Fiorentina è stata quindi pronta a passare da un “appoggio esterno” ad un coinvolgimento diretto.
La presentazione della nuova società era passata per la verità quasi in secondo piano, l’attualità incombeva e il neo-presidente Mencucci aveva dovuto fronteggiare un interesse dei media quasi interamente catalizzato dalla vicenda Salah. Passare dalla inevitabile e doverosa polemica con un ambiente del calcio in cui nessuna società aveva mostrato solidarietà con quella viola alle prospettive della neonata squadra femminile sembrò comunque una irresistibile boccata d’aria. Seduta accanto a Mencucci ed al mister Sauro Fattori (ex promessa da giocatore del vivaio viola e già allenatore dell’ACF Firenze pre-dellavalliana), fu presentata la fuoriclasse del calcio femminile Patrizia Panico, bomber di lungo corso, plurivincitrice di scudetti e coppe di categoria ed attualmente capitana indiscussa della Nazionale Azzurra.
I numeri di Patrizia parlano da soli, quasi 600 reti in 500 partite (oltre alle 107 in Nazionale che ne fanno la top scorer di tutti i tempi davanti a “mostri sacri” come Elisabetta Vignotto e Carolina Morace), prima di approdare in riva all’Arno. Da sabato pomeriggio il suo score ha cominciato a muoversi anche in viola. Delle tre reti complessive con cui le violet women hanno espugnato Castelfranco di Sotto, nella gara valida per il primo turno di Coppa Italia, due portano la sua firma: una spettacolare mezza rovesciata volante ed un colpo di testa su assist della Vicchiarello. Aveva aperto le marcature Elisabetta Tona per le viola, ha accorciato le distanze Acuti del Castelfranco poco prima del fischio finale.
Patrizia Panico |
A giudicare da questa prima uscita, la Fiorentina
femminile promette di ripetere – risultato a parte – quello che è stato un leit motiv
di quella maschile nelle ultime stagioni. Gran possesso palla e ricerca
con altrettanto grande pazienza di varchi in verticale a perforare una
difesa arcigna costituita da una intera squadra disposta tutta dietro la
linea del pallone. Come ha sottolineato il mister Fattori dopo il
match, “non abbiamo avuto fretta e abbiamo ben gestito il gioco. Ci
aspettiamo nel corso della stagione di incontrare molte squadre che,
come il Castelfranco, si chiuderanno per provare a ripartire in
contropiede, per cui dobbiamo essere bravi a gestire queste situazioni”. Parole che ad occhi chiusi avremmo potuto immaginare di ascoltare da Vincenzo Montella gli anni scorsi o da Paulo Sousa nella stagione attuale.
"Mi ha convinto la volontà della Fiorentina di abbattere certi pregiudizi verso il calcio donne. Vogliamo scrivere la storia del calcio femminile in Italia", aveva detto Mencucci alla presentazione. Chi ben comincia non sarà a metà dell’opera ma insomma è sempre un bel cominciare. E mentre i maschi tornano dagli impegni con le rispettive Nazionali e in città torna a rianimarsi la febbre viola, al tifoso non resta che cullarsi nei propri irresistibili sogni e constatare che – parafrasando ciò che diceva un vecchio spot pubblicitario – “due Fiorentine is meglio che one”.
"Mi ha convinto la volontà della Fiorentina di abbattere certi pregiudizi verso il calcio donne. Vogliamo scrivere la storia del calcio femminile in Italia", aveva detto Mencucci alla presentazione. Chi ben comincia non sarà a metà dell’opera ma insomma è sempre un bel cominciare. E mentre i maschi tornano dagli impegni con le rispettive Nazionali e in città torna a rianimarsi la febbre viola, al tifoso non resta che cullarsi nei propri irresistibili sogni e constatare che – parafrasando ciò che diceva un vecchio spot pubblicitario – “due Fiorentine is meglio che one”.
Nessun commento:
Posta un commento