La Caporetto, o se preferite
Corea azzurra in Brasile sta producendo effetti speciali. Non sappiamo, e non
sapremo per chissà quanto, chi sarà il prossimo Commissario tecnico della Nazionale,
ma sappiamo già da diversi giorni che fine farà il vecchio. Una settimana dopo
essere stato buttato fuori dai Mondiali e aver dato le dimissioni, Cesare
Prandelli è stato annunciato dal Galatasaray come nuovo tecnico. Attenderemo
inutilmente l’ultima sua conferenza da C.T. azzurro (anche se ormai c’è poco da
dire che non sia apparso chiaro e lampante in mondovisione), ma è questione di
poco per la sua prima conferenza in riva al Bosforo.
Non è tutto, in questa estate
2014 che sta portando più mutamenti del famigerato 20-12-2012 della profezia
Maya, giunge notizia che si ricompone, sempre all’ombra del vecchio Palazzo
Imperiale di Galata, una coppia – professionalmente parlando – che qualche
anno fa aveva spopolato qui in riva all’Arno. E’ notizia dell’ultim’ora che a
raggiungere Cesare sui Dardanelli sta arrivando nientemeno che Silvia Berti, ex
addetta stampa dell’A.C.F. Fiorentina all’epoca del primo progetto Della Valle,
quello cominciato a Gualdo Tadino e finito a Liverpool.
Le vicende del duo
Prandelli-Berti in viola sono ormai arcinote a tutti, anche se le vere ragioni
della fine di quel sodalizio non sono mai state accertate con precisione.
Silvia Berti fu licenziata in tronco nell’estate del 2009 subito dopo una
qualificazione alla Champion’s League per motivi a tutt’oggi mai chiariti. Cesare
Prandelli le sopravvisse un’altra stagione, cominciata con il trionfo ad
Anfield Road e finita con il repentino passaggio del tecnico dal viola all’azzurro,
complice un Diego Della Valle che fu ben felice di non frapporre ostacoli,
anzi.
Tra una causa di lavoro e diverse
interviste parziali che non sono mai andate a fondo della questione, rimane a
tutt’oggi l’incertezza di cosa successe nel momento in cui la Fiorentina doveva
spiccare il volo e invece si ritrovò decapitata nello staff e privata di due
figure che avevano grandemente contribuito negli anni precedenti ai suoi
risultati ed alla sua immagine.
Chi scrive ha avuto la ventura di
essere amico di infanzia sia di Silvia Berti che di colui che lei ha spesso
indicato come uno dei principali responsabili della sua disgrazia in viola, l’A.D.
della società Sandro Mencucci. In virtù degli ultimi fuochi di queste amicizie
che si sono poi spenti fatalmente come spesso succede nella vita, sempre chi
scrive ha avuto modo di poter ascoltare le due campane, totalmente e ovviamente
contrastanti. Da una parte, il licenziamento era stato vissuto come
inspiegabile e immotivato, dall’altra era stato perfettamente legittimato da
comportamenti – diciamo così – non proprio aziendalisti.
La verità, per quanto ormai può
interessare non solo a chi scrive (le amicizie di infanzia che sopravvivono
alla maturità sono ben poche, come ognuno sa perfettamente) ma anche e
soprattutto a chi avrà la bontà di leggere, sta probabilmente nel mezzo, ed è
destinata a rimanere sfumata in una zona d’ombra che nessuno ha più modo o
voglia di rischiarare. In medio stat virtus, tanto più che gli attori di questa
vicenda si assomigliano a specchio. Ambedue assolutamente capaci da un punto di
vista professionale, ambedue altrettanto incapaci da un punto di vista dei
rapporti umani. Il che, se pure non è ovviamente una colpa, non ce li rende
sicuramente più simpatici, che li si conosca da 40 anni o da un giorno.
Dell’A.D. viola avremo ancora
modo di apprezzare – o meno – certe sue uscite che con poche parole indispongono
spesso e volentieri una intera tifoseria (difficile mettere d’accordo Firenze
su qualcosa, la Fiorentina ultimamente c’è spesso riuscita, anche se in
negativo). Dell’ex addetta stampa Silvia Berti ormai chi vorrà dovrà seguire le
vicende professionali affidandosi all’ANSA, sezione esteri. Le ultime notizie
dal suolo patrio danno una società Bari Calcio abbastanza indispettita per
essersi vista preferire da lei la pur più prestigiosa società turca ad un mese
dall’assenso ricevuto ad assumere analogo incarico in Puglia. Niente di illecito,
per carità, semmai – conoscendo il soggetto – la consueta idiosincrasia a
svolgere il proprio ruolo con un minimo di stile.
Lo stesso di Prandelli, del
resto, che dopo quattro anni di codice etico non ci ha nemmeno degnati di due
parole di spiegazione per il peggior risultato della nazionale italiana ai Mondiali
dai tempi del Cile.
Si fa una ragione a tutto, anche
a rendersi conto che vecchi amici non esistono più. Figuriamoci se l’Italia,
intesa come Nazionale, o il Bari Calcio non possono fare altrettanto. In bocca
al lupo comunque a tutti.
P.S. Alla fine la conferenza stampa dell'ex C.T. Prandelli arriva, e sarebbe stato meglio se se la fosse risparmiata. Non c'é niente di più vergognoso e vigliacco di un comandante che scarica le responsabilità sui suoi uomini, tanto più scelti da lui. Una degna conclusione di una indegna vicenda. Il sodalizio che si ricompone sul Bosforo avrà da lavorare un bel po', per ricostruire la reciproca immagine.
P.S. Alla fine la conferenza stampa dell'ex C.T. Prandelli arriva, e sarebbe stato meglio se se la fosse risparmiata. Non c'é niente di più vergognoso e vigliacco di un comandante che scarica le responsabilità sui suoi uomini, tanto più scelti da lui. Una degna conclusione di una indegna vicenda. Il sodalizio che si ricompone sul Bosforo avrà da lavorare un bel po', per ricostruire la reciproca immagine.
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