La Giornata è passata, adesso le
vittime ed i superstiti possono tornare nel dimenticatoio dove rimarranno per i
prossimi 350 giorni. L’anno prossimo tra il 27 gennaio ed il 10 febbraio
tornerà alla ribalta il cordoglio di chi piange (sempre meno, per motivi
anagrafici), il sovrano disinteresse della gran massa (è la settimana del
Festival di Sanremo, il momento di maggior abiezione della razza umana, e non
state a stressa’ co’ ste foibe!!….), l’orrenda strumentalizzazione da parte degli
“altri”. I comunisti mai pentiti, discendenti convinti degli assassini di 70
anni fa.
Torneranno la tristezza, non solo
per quei poveri morti quasi dimenticati ma anche per questi poveri ragazzi di
adesso a cui nessuno ha insegnato nulla e a cui toccherà prima o poi rivivere
simili orrori, e la rabbia, perché l’imbecille che in qualche modo pretende di
riabilitare i “compagni” jugoslavi e quelli italiani – entrambi allo stesso
modo assassini – si presenta sempre, puntuale come il Festival di Sanremo.
Hai voglia a scrivere di
Auschwitz, delle Foibe, di Porzus, di Maria Pasquinelli, di Tito, di Trieste,
della Venezia Giulia occupata dall’Esercito del Popolo. Tutti capitoli del
Libro nero del Comunismo che non legge più nessuno. Chi ha la falce ed il
martello stampati nel cervello poi non ascolta altro che la propaganda della
sua parte (settant’anni fa era l’Unità, adesso sono quei cialtroni delle “cooperative
culturali” come la famigerata WuMing). E ciò che è peggio dimostra una
sicurezza nello spregio delle vittime da far pensare che se si ripresentassero
le condizioni, se qualcuno rimettesse loro in mano una pistola, sarebbero
pronti a ripetere le azioni dei loro progenitori, al di là di tutti i discorsi.
Convincere chi rimpiange Stalin e Tito è impossibile.
La Giornata del Ricordo, come
quella della Memoria, servono ormai quasi soltanto per fare pulizia di tante “conoscenze”
insopportabili. Sono le occasioni in cui
viene più facile dare di imbecille all’imbecille, di comunista al
comunista, di fascista al fascista. I morti tanto non li resuscitiamo, li
piangiamo comunque ogni giorno che Dio mette in terra, e preghiamo solo che non
aumentino di numero.
Si richiude il libro dei ricordi.
E dei discorsi. Si torna alle stronzate di tutti i giorni.
Buon Festival di Sanremo a tutti.
Nessun commento:
Posta un commento