giovedì 11 febbraio 2016

CONTROCORRENTE – SPECIALE GIORNO DEL RICORDO



La Giornata è passata, adesso le vittime ed i superstiti possono tornare nel dimenticatoio dove rimarranno per i prossimi 350 giorni. L’anno prossimo tra il 27 gennaio ed il 10 febbraio tornerà alla ribalta il cordoglio di chi piange (sempre meno, per motivi anagrafici), il sovrano disinteresse della gran massa (è la settimana del Festival di Sanremo, il momento di maggior abiezione della razza umana, e non state a stressa’ co’ ste foibe!!….), l’orrenda strumentalizzazione da parte degli “altri”. I comunisti mai pentiti, discendenti convinti degli assassini di 70 anni fa.
Torneranno la tristezza, non solo per quei poveri morti quasi dimenticati ma anche per questi poveri ragazzi di adesso a cui nessuno ha insegnato nulla e a cui toccherà prima o poi rivivere simili orrori, e la rabbia, perché l’imbecille che in qualche modo pretende di riabilitare i “compagni” jugoslavi e quelli italiani – entrambi allo stesso modo assassini – si presenta sempre, puntuale come il Festival di Sanremo.
Hai voglia a scrivere di Auschwitz, delle Foibe, di Porzus, di Maria Pasquinelli, di Tito, di Trieste, della Venezia Giulia occupata dall’Esercito del Popolo. Tutti capitoli del Libro nero del Comunismo che non legge più nessuno. Chi ha la falce ed il martello stampati nel cervello poi non ascolta altro che la propaganda della sua parte (settant’anni fa era l’Unità, adesso sono quei cialtroni delle “cooperative culturali” come la famigerata WuMing). E ciò che è peggio dimostra una sicurezza nello spregio delle vittime da far pensare che se si ripresentassero le condizioni, se qualcuno rimettesse loro in mano una pistola, sarebbero pronti a ripetere le azioni dei loro progenitori, al di là di tutti i discorsi. Convincere chi rimpiange Stalin e Tito è impossibile.
La Giornata del Ricordo, come quella della Memoria, servono ormai quasi soltanto per fare pulizia di tante “conoscenze” insopportabili. Sono le occasioni in cui  viene più facile dare di imbecille all’imbecille, di comunista al comunista, di fascista al fascista. I morti tanto non li resuscitiamo, li piangiamo comunque ogni giorno che Dio mette in terra, e preghiamo solo che non aumentino di numero.
Si richiude il libro dei ricordi. E dei discorsi. Si torna alle stronzate di tutti i giorni.
Buon Festival di Sanremo a tutti.

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