La Francia che schiera un esercito di Robocop a blindare il suo
Europeo scopre che la sua gente è la prima ad aver voglia di menare le mani.
Così, nella notte che segue il problematico ancorché vittorioso esordio della
sua Nazionale, ai tafferugli sanguinosi di Marsigia (dove hooligans inglesi e
russi fanno a gara a chi ne combina di più dentro e fuori lo stadio) si
aggiungono quelli di Nizza. Protagonisti sempre cittadini del Regno Unito di Gran
Bretagna, ma stavolta del ceppo nordirlandese.
"Rombo di Tuono" Wayne Rooney |
Belfast ha smesso da un po’ di tempo di essere una delle capitali
della violenza mondiale giustificata dalla politica, a quanto pare anche i suoi
abitanti stanno ripiegando sul più pratico pandemonio da stadio usa e getta.
Dicono le prime cronache che gli irlandesi sono stati provocati dalla
popolazione locale. Se così fosse, la Francia sta scherzando con il fuoco più
che mai. Non solo perché ripone eccessive speranze in una squadra le cui
quotazioni sono apparse eccessivamente gonfiate, ma anche e soprattutto perché
ripone eccessive speranze nella capacità di tenuta della propria società civile.
Non bastasse il problema islamico, mettersi a sfruculiare anche gli hooligans
di ogni ordine, grado e provenienza potrebbe rivelarsi troppo, anche per chi
convive da decenni con i riots delle proprie banlieues e li lascia fare stando
a guardare.
Paradossalmente, è proprio quell’Inghilterra che è stata la prima a
perdere la faccia per le strade francesi non appena i suoi tifosi sono sbarcati
a Euro 2016 (a proposito, ma c’era bisogno di spedirla a Marsiglia, non era più
pratica la Normandia o il Pas de calais? Si va e si torna con un’ora e mezzo di
traghetto….) la prima a recuperarla sul campo. La sua Nazionale, la squadra dei
Tre Leoni è proprio bella. Roy Hodgson sembra avere finalmente alle mani un’altra
golden generation, e la sta mettendo in campo come Nelson dispose le sue
cannoniere a Trafalgar, o Drake a fronteggiare l’Armada.
Roy Hodgson, allenatore dei Lionhearts |
L’avevamo già intravista a Manaos, una squadra di corsari giovani e di
belle speranze tradotte in bel gioco, capace di tenere testa alla banda
Prandeli a cui un Mario Balotelli per l’ultima volta presente a se stesso aveva
tirato fuori le castagne dal fuoco forse al di là dei meriti propri e dei
demeriti dell’avversario. Fino al 1973, con l’Inghilterra non vincevamo mai,
neanche a piangere. Dopo, abbiamo vinto quasi sempre, a prescindere che ce lo
meritassimo o meno.
Dopo due anni, l’Inghilterra è sempre una fregata da corsa che sembra
appena uscita dai cantieri navali di Sua Maestà, ma i suoi giovani marinai ormai
sono dei veterani. Wayne Rooney orchestra quello che sembra uno dei migliori
reparti d’attacco del mondo facendo il centravanti boa (lui che potrebbe
aspirare ad essere la reincarnazione di Rombo di Tuono) a vantaggio degli
inserimenti di Ally, Lallana, Sterling, Harry Kane. Quest’ultimo ieri il Pogba
britannico, ancora non sembra essersi calato nel clima del torneo, lui che è
stato capocannoniere dell’ultima Premier. Hodgson si permette di tenere un Vardy
in panchina, segno che ne ha di frecce al suo arco. E l’arco inglese, è noto,
dai tempi di Crecy ed Azincourt, in Francia ha sempre fatto molto male.
Chissà che in mezzo a tanti pronostici a buon mercato non possa essere
finalmente l’anno dei Tre Leoni? Il pareggio al ’92 dei russi è una beffa
immeritata, ma non è detto che segni negativamente questa loro trasferta
oltremanica. Dopo decenni di crisi di identità, del resto, l’Inghilterra sta
ritrovando il proprio spirito e la propria ragion d’essere nazionale non solo
nel football.
Wolfgang Schaeuble e Angela Merkel |
I giorni dell’Europeo sono anche quelli del Brexit. Della possibile
uscita dall’Europa. Sarebbe proprio un bello scherzo del destino se la Coppa
Delaunay montasse sul traghetto a Calais proprio mentre i suoi possessori per i
prossimi quattro anni dell'Europa decidono di non fare più parte. Forse il
sinistro reichsfuhrer Schaeuble, tra le tante previsioni di sventura formulate
ai danni degli inglesi recalcitranti al Neu Ordnung della Merkel sta meditando
di aggiungere anche la sconfitta sul campo di calcio.
Gli inglesi non hanno avuto paura di Hitler, che quando predicava
sventura era assai più credibile (non foss’altro per il phisique du role e una
certa tonalità di voce) del duo Merkel – Schaeuble. Difficile che avranno paura
adesso. Così come sarà difficile che si abbattano per una testata di Berezutski
a tempo scaduto. Non hanno quei Tre Leoni sulla maglia per caso. Lo spirito del
Cuor di Leone si sarà anche un po’ appannato, da quel 1940 che Winston
Churchill battezzò come la sua ora più grande, o anche da quel 1966 che – gol fantasma
o non gol fantasma – vide gli inglesi dare una bella lezione ai tedeschi, e
stavolta senza ricorso agli Spitfire.
Parafrasando Churchill, la sensazione è che la battaglia di Francia
possa finire ancor prima di essere avviata. La Battaglia d’Inghilterra, al
contrario, é appena cominciata. Ed è tutta da godere.
God save the Queen.
8 maggio 1945: Victory Day in Europe. Da sinistra verso destra: Elizabeth l'attuale regina, Elizabeth l'allora regina, Winston Churchill, Re Giorgio VI, la principessa Margaret |
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