Il Gran Premio d’Europa quest’anno si corre in Asia. Dal cappello da
prestigiatore del mago della finanza sportiva Bernie Ecclestone esce
la novità di questo ennesimo circuito cittadino a Baku, capitale
dell’Azerbaigian. Nuova frontiera dello sport-business. L’ex repubblica
sovietica del Mar Caspio, oggi uno dei più grandi produttori di petrolio e gas
del mondo, si candida ad ospitare le Olimpiadi nel 2028, e nel frattempo – da
un’idea del suo Presidente Hilam Alyiev instillatagli da Flavio
Briatore, suo vicino di barca in Costa Azzurra – si inserisce a tempo
indeterminato (il primo contratto con Ecclestone parla di sette anni, per
questo sport un’eternità) nel Circus della Formula Uno.
Per realtà come Monza, che hanno dalla loro molti meno petroldollari
ma solo la tradizione, sarà dura reggere il passo.
Nico Rosberg primo vincitore in Azerbaigian |
E’ un circuito strano, questo di Baku. Cittadino come Montecarlo,
veloce come Monza e favorevole ai sorpassi come il Canada in cui si è corso
sette giorni fa, a ben vedere il suo landscape ed il suo
tracciato sembrano una via di mezzo tra Long Beach e
l’Impruneta. Si corre in mezzo a palazzi come quelli descritti da Marco
Polo nel suo Milione, o grattacieli futuristici. Si
accelera fino a sfiorare il record di velocità (370 km/h fatto registrare
qualche anno fa da Juan Pablo Montoya) e ci si ritrova a rasentare
muri spigolosi in curve come quella del Casato al Palio
di Siena.
Su questa pista da primizia, Nico Rosberg ha voglia
di fare la storia finendo nell’albo d’oro come primo vincitore assoluto. Il
tedesco della Mercedes ha voglia inoltre di riprendersi quello
che ha lasciato – tra il Principato di Monaco e l’Ile de Notre-Dame – al
compagno di squadra Lewis Hamilton, e di involarsi finalmente verso
il suo agognato primo titolo mondiale. La macchina c’è, quest’anno la Mercedes
è ancora la vettura migliore, più performante in tutte le condizioni.
Soltanto un lungo imprevisto del campione in carica Hamilton impedisce
alla casa di Stoccarda di fare il pieno nella prima fila della griglia di
partenza. Hamilton parte decimo, e a causa di alcuni problemi di telemetria che
dal box non possono correggergli (da quest’anno la FOCA ha
proibito l’intervento dei box in fase di gara a correzione di malfunzionamenti
dell’elettronica) arriverà quinto alla fine, distanziato dal secondo ferrarista Raikkonen senza
poterlo mai impensierire.
Diverso il discorso per Rosberg. Parte in pole, resta
primo per tutta la gara compreso il rientro dall’unico pit stop sui 51 giri
previsti, realizza anche il giro veloce. E’ Grande Slam, il secondo
della sua carriera. Subito dopo il cambio gomme illude la Ferrari di
avere qualche cedimento di tenuta perdendo qualche secondo, poi una volta che
gli pneumatici sono di nuovo in temperatura riprende la marcia iniziale: un
secondo a giro e buonanotte Maranello.
Sebastian Vettel secondo anche oggi |
La Ferrari può consolarsi con il fatto che nessuno riuscirà a metterle
in discussione alla fine il secondo posto. Anche se Ricciardo con
la Red Bull e Perez con la Force
India sembrano in grado di dare filo da torcere ai suoi piloti. Il
messicano ha la meglio su uno scoraggiato Raikkonen che viene penalizzato di
cinque secondi per infrazione della riga continua nella corsia dei box. Chi è
causa del suo mal pianga se stesso. E’ l’ennesimo errore del finlandese in
questa stagione.
Sebastian Vettel custodisce fino alla fine un secondo
posto con distacco che visti gli attuali chiari di luna è comunque oro. Il
tedesco guida come un ragioniere di banca, non si inventa mai nulla e allunga
la serie delle mancate vittorie Ferrari, che sale a quattordici. L’ultima
volta, a Singapore nel 2015, sembra una vita fa. Di certo, la rossa non
decolla, il gap con le Mercedes c’è ancora, intatto. Ha un bel
telefonare Marchionne a notte fonda ai responsabili del Cavallino,
tartassandoli. Per ora, gli ultimi allori risalgono al’epoca Montezemolo. Che
telefonava solo dopo, per ringraziare.
Insomma, gara spettacolare che alla fine riesce ad essere noiosa.
Colpa della mancanza totale di interlocutori per la Mercedes, non solo della
Ferrari. Più di Vettel, più di Rosberg, è Hamilton comunque ormai a regalare
quel poco di suspence e spettacolo, andando ad assomigliare
sempre più a quel loro connazionale che ammazzava gare e campionati e che ora
purtroppo si sta spegnendo in un letto d’ospedale. Mai abbastanza rimpianto dai
tifosi del Cavallino. Altri tempi. Altri uomini. Altra Ferrari.
Altra Formula Uno.
Rosberg 141 punti, Hamilton 117, Vettel 96, Raikkonen 81. Tra i
costruttori, prima Mercedes con 258, seconda Ferrari con 177, terza Red Bull
con 140. Prossimo round il 3 luglio in Austria. Ma la sensazione è che anche
quest’anno la storia sia già scritta.
Il podio di Baku |
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