Stai già organizzando mentalmente
un articolaccio fuoco e fiamme dove spieghi per filo e per segno perché la
Fiorentina ha buttato via l’ennesima succosa occasione di agganciare la vetta
delle pretendenti all’Europa League e perché la società sta perdendo l’ennesima
occasione di dimostrare che dietro le sue azioni c’è un progetto di senso
compiuto, quando Khouma El Babacar mette dentro con freddezza pari alla classe
il più bello e il più importante dei suoi gol, almeno fino a questo punto della
sua carriera.
Minuto 49 del secondo tempo di
Chievo-Fiorentina. Il disappunto per un articolo tutto da rifare dura un attimo,
al pari dell’incredulità. Poi prende il sopravvento la gioia per una vittoria
viola importante quanto a quel punto insperata, ma di sicuro meritata. Come la domenica
precedente, i ragazzi di Vincenzo Montella gettano il cuore oltre l’ostacolo e
agguantano una vittoria che sembrava compromessa dal loro calo psicofisico e
anche da una sorte non propizia. Queste sono partite che nelle annate più disgraziate
finiscono in malora. Forse dopotutto non sarà una di quelle annate disgraziate.
Come lo scorso anno, più dello
scorso anno, la Fiorentina sbanca Verona, sponda Chievo, all’ultimo respiro di
una partita spigolosa, a tratti ben giocata contro un avversario muscoloso ed
anche sufficientemente tecnico da metterla in certi momenti in difficoltà, con
un Paloschi che se è sempre quello visto oggi è comprensibile che sia un
obbiettivo di mercato della stessa Fiorentina. L’anno scorso fu uno
stratosferico Cuadrado a pescare il jolly, quest’anno il colombiano è
sacrificato in cabina di regia sulla tre quarti d’attacco, e allora ci pensa il
ragazzo venuto dall’Africa equatoriale a mostrare una volta di più quei
progressi che faranno di lui a sua volta un altro obbiettivo di mercato nel
prossimo futuro.
E’ un’annata strana, complicata,
ma forse non destinata ad intristirsi nella mediocrità o peggio a infervorarsi
in una debacle. In altri momenti, partite come questa - che è stata preceduta
dalla più caotica delle conferenze stampa del tecnico gigliato che si ricordi -
si perdono tranquillamente. Invece, proprio adesso che si deteriora il rapporto
di Montella con la stampa cittadina e forse anche con la società che lo
stipendia, i suoi ragazzi sembrano ricordarsi chi sono e tirare fuori quelle
qualità migliori che ne avevano fatto nelle passate stagioni la rivelazione del
campionato.
Non ride mai quest’oggi in
panchina Vincenzo Montella. C’è poco da ridere, anche senza rimuginare sul
diverbio del giorno prima e sulle polemiche conseguenti. Il Chievo mena come un
fabbro e in contropiede mostra di poter far male alla Fiorentina con Paloschi,
Izco e Pellissier. C’è poco da ridere anche se si pensa a quanto è corta oggi
la panchina viola, con Aquilani ancora out per infortunio, Pizarro affaticato e
Savic squalificato (la Disciplinare esaminerà il ricorso con tutto comodo).
Per fortuna, Borja Valero e Mati Fernandez
per oltre un’ora sono in grado di dare spettacolo come nei giorni più belli, e
sulle fasce Pasqual e Joaquin sembrano tornati quelli di giorni ancora
migliori. Le giocate dei quattro di centrocampo seminano apprensione tra le retrovie
del Chievo e meraviglia nella pattuglia di tifosi viola spintisi fino quassù,
forse confidando nel fatto che Verona è stata fatale a tante squadre, ma mai
alla Fiorentina.
Dalle giocate dello spagnolo
nascono due occasioni che un Mario Gomez all’altezza di quello della Bundesliga
non avrebbe fallito. La prima esce alta di un soffio, la seconda a lato di
metri, entrambe di testa su cross di Borja con il contagiri. Se il tedesco ha
un problema di fondo, atteso che quando arrivò a Firenze era considerato un top
player e che ora è quasi imbarazzante a vedersi, è quello di essere assai poco
tedesco e molto emotivo. Le ennesime occasioni fallite gli generano
probabilmente ulteriore ansia, compromettendo il prosieguo di una partita
giocata secondo schemi che non sono fatti certo per esaltarlo. Oggi i
rifornimenti non mancherebbero, e di qualità, ma la cosa migliore che Marione tira
fuori dal suo repertorio è una rovesciata che per poco non lascia secco il suo
marcatore. Non è giornata, eppure quando esce per lasciare posto al rientrante
Babacar i supporters vola gli tributano un applauso che forse è la cosa più
giusta. Non può essere questo Mario Gomez, non può finire così la sua carriera.
L’altro che si danna l’anima
cercando di rinverdire i propri fasti è il suo partner d’attacco. Juan
Guillermo Cuadrado è evidentemente fuori ruolo al centro dell’attacco, ma lo
strepitoso Joaquin di questi giorni (meritatamente all’ala destra) e la
mancanza di soluzioni in mezzo obbligano Montella a sacrificarlo, riducendo il
suo talento devastante alla fornitura di un apporto sicuramente più oscuro e
poco gratificante, anche se alla fine essenziale. Il colombiano merita un buon
voto perché si batte su tutti i palloni, prendendo pedate e riuscendo comunque a
organizzare azioni d’attacco per i compagni che arrivano in zona tiro più
freschi di lui. Così come Gomez si porta via a prescindere uno o due difensori,
Cuadrado si porta via gli altri due e Borja e Mati spesso beneficiano di quegli
spazi.
Nel primo tempo il match è un
film già visto, ma con il finale da scrivere. Tanto possesso palla, ottime
giocate, ma non si passa, almeno finché il più improbabile degli assist-men,
Nenad Tomovic, non pesca libero sul palo opposto un Gonzalo Rodriguez sulla
strada di ritrovare la forma che ne aveva fatto una delle colonne di questa
Fiorentina. Sono in quindici ad aver segnato quest’anno tra i viola, molti sono
difensori o centrocampisti. Per ora una società poco attenta può risparmiarsi
di tornare sul mercato per rinforzare l’attacco. La fortuna continua ad aiutare
gli audaci o gli incoscienti.
Dopo il meritato vantaggio, la
Fiorentina per un’altra mezz’ora fa gioco e crea occasioni, puntualmente non
sfruttate. La sindrome del gol sbagliato - gol subito colpisce anche oggi, come
aveva fatto con il Palermo. Paloschi è stato fino a quel punto una spina nel
fianco di una difesa dove Basanta, Rodriguez e Tomovic avevano comunque tenuto
bene le distanze e assolto i compiti. Appena il fiato cala, dietro la
Fiorentina comincia a ballare. Alla fine ne approfitta il Chievo che imbastisce
un’occasione quasi in copia dell’azione del vantaggio viola. Il vecchio
Pellissier, spesso obiettivo di mercato gigliato in passato, si ricorda come si
fanno i gol e non perdona.
E non è tutto. E’ una di quelle
partite che in altri momenti finisci addirittura per perdere, perché i tuoi non
hanno fiato per novanta minuti e la panchina non ha cambi, almeno non di quelli
che possano incidere su un match che all’improvviso la Fiorentina non controlla
più. Abbiamo criticato Vincenzo Montella tante volte, oggi si merita almeno in parte
la comprensione di tutti. In panchina ci sono solo Pizarro e Vargas, non al
meglio, che possono entrare a dire la loro, ma sembra più la mossa della
disperazione che qualcosa che può raddrizzare una giornata viola diventata
improvvisamente storta.
Meno male che Ciprian Tatarusanu
ha deciso di guadagnarsi la pagnotta. A dieci minuti dalla fine compie non uno
ma ben due miracoli su Paloschi e Pellissier, altrimenti sarebbe notte fonda per
la squadra che ambisce a riconquistare il quarto posto e se lo è lasciato
finora puntualmente sfuggire. Il primo cambio è stato quello di Babacar per
Gomez, e fino a quel momento è sembrato addirittura quello più improduttivo,
inutile. Baba si è fatto vedere e apprezzare ancor meno di Supermario. Quando
già il vostro cronista ha steso mentalmente il suo articolo fuoco e fiamme, al
minuto quarantanove di una ripresa che altre volte grida vendetta, ecco che un
altro degli eroi di oggi, l’inossidabile, splendido Joaquin indovina la giocata
giusta mettendo in mezzo per Babacar, che di giustezza mette alle spalle di
Bizzarri.
Mentre i viola si abbracciano in
mezzo al campo e perfino il freddo Montella sente il bisogno di andare a
stringersi a ciascuno di loro, il vostro cronista fa una palla di carta dei
suoi appunti e ricomincia tutto da capo. Felice di farlo. La Fiorentina ha
appena vinto una partita non bella. Nemmeno una grande partita. La Fiorentina
ha appena vinto una partita importante, e l’ha fatto da squadra di carattere,
che schiera uomini di carattere. Stasera è ad un punto dal quarto posto. Ognuno
tragga le sue conclusioni e faccia i suoi sogni.
Ci permettiamo di chiudere con un
appunto. Signori Della Valle, è importante Pitti Uomo, per carità. Ma magari
essere più spesso a visionare le prestazioni dei vostri dipendenti in vola (non
solo quelli che giocano al calcio) sarebbe altrettanto funzionale ai vostri
interessi. E se permettete anche ai nostri. Dopo tredici anni, continuare a
sprecare occasioni fa più rabbia dei gol sbagliati da Mario Gomez.
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