E’ calcio d’agosto, d’accordo. Ma
diciamo la verità, passare tutto d’un colpo da zero titoli in dodici anni a una
coppa “a botta” è tanta roba, e fa un effetto euforico a cui in questo 21°
secolo i supporters viola non erano per niente abituati.
Dopo la Coppa Euroamericana la Fiorentina si porta a casa la Coppa Unesco Costa del Sol, trofeo
messo in palio annualmente dal Malaga a proprio domicilio in una partita secca.
L’albo d’oro di questa manifestazione andalusa a invito, un tempo prestigiosa
poi interrotta per le vicissitudini del Club Deportivo Malaga e poi ripresa
negli anni 2000 e giunta alla sua trentesima edizione, presenta diversi nomi
illustri tra i vincitori. Tra cui due sole italiane, la Roma nel 1962 ed il
Brescia nel 2003 (ma fu un’edizione non omologata, una specie di test in vista
della ripresa ufficiale l’anno successivo).
Insomma, la Coppa è bruttina
anzichenò, come quella vinta a Lima, ma ha anch’essa un certo prestigio.
Portarla via dalla terra di Spagna non è semplice, gli iberici non sono più
campioni del mondo, ma il loro campionato è pur sempre di un altro livello
rispetto al nostro. E Malaga, la sesta città del paese per popolazione e
l’undicesima classificata nell’ultima edizione della Liga, è pur sempre un test di tutto rispetto.
Vedere la Fiorentina giocar bene
e trionfare al Estadio La Rosaleda in
qualche modo riscalda il cuore, in vista di una stagione che non si sa ancora
bene come inquadrare. La sensazione, al di là della prova di ieri sera
(ottenuta comunque schierando una formazione che potrebbe essere anche quella
“tipo”), è che molti cerchi stiano trovando la loro quadratura. Cuadrado a
parte, se ci consentite il gioco di parole.
Il colombiano, rientrato dalle
ferie e reduce dal faccia a faccia con ADV, ieri sera era regolarmente
convocato, ma ha assistito al match dalla tribuna. Pare che il mister Montella
voglia impiegarlo nella prossima uscita di Siviglia contro il Real Betis, a
meno che nel frattempo non sia arrivata quell’offertona di cui si favoleggia da
tanto, quel treno che passa una volta sola di cui il buon Juan Guillermo ha
parlato al Presidente con fare sognante.
Staremo a vedere, intanto al Rosaleda la Fiorentina si è schierata
con Neto, Roncaglia, Savic, Rodriguez e Alonso, che come retroguardia potrebbe
anche funzionare, Pizarro, Borja Valero e Aquilani, che come centrocampo
funziona da due anni a questa parte, e con Ilicic, Rossi e Gomez che
costituisce per due terzi almeno l’attacco dei sogni di tutti i tifosi viola.
E’ al posto dello sloveno, lento e impacciato come sempre, che dovrebbe andare
a posizionarsi il terzo dente del tridente, sia esso Cuadrado, oppure quel
Marko Marin che oggi ha svolto le visite mediche a Careggi, o chi per essi.
La cronaca del match parla di una
Fiorentina ottima in fase di possesso palla, e non è una novità, e un po’ in
affanno in fase difensiva, e non è una novità nemmeno questo. Dopo venti minuti
i viola hanno già ipotecato il trofeo Unesco, dapprima segna Pepito Rossi (colui
che di cerchi ne quadra sempre tanti da solo) facendosi largo in un’area
affollatissima dopo che gli spagnoli hanno ribattuto su Mario Gomez e toccando
di precisione alla destra del portiere Ochoa, preso in controtempo.
Al ventesimo, prima che il Malaga
riesca a reagire efficacemente, su calcio d’angolo di Borja Valero Gonzalo
Rodriguez, che gioca con la maschera di Zorro (protettiva della frattura allo
zigomo rimediata a Lima), anticipa tutti con un colpo di testa dei suoi,
stavolta a pallonetto. Due a zero, da quel momento la Fiorentina tenta di
contenere giocando in scioltezza, anche se finisce per concedere troppo. Per
tre volte Horta va vicino ad accorciare le distanze con giocate anche
pregevoli.
Nella ripresa la girandola dei
cambi e il fiato ancora corto snaturano un po’ il gioco. Malaga e Fiorentina
hanno comunque le loro occasioni per arrotondare. Tra i viola entrano due idoli
spagnoli del passato, Yakovenko che cerca di mettersi in mostra (e per poco non
ci riesce segnando il terzo gol) per riaccasarsi nella Liga, e l’enfant du pays
Joaquin Rodriguez, che forse sta pensando di chiudere la sua splendida carriera
proprio dove era iniziata, a quel Betis Siviglia dove la Fiorentina sarà di
scena stasera. Anche Joaquin potrebbe segnare, innescato direttamente da un
rilancio di Neto (stasera attento tra i pali quanto basta). Il suo pallonetto
finisce fuori dopo una gran corsa che lo porta a tu per tu con Ochoa.
Dopo sole 24 ore, si replica a
Siviglia. E’ un’estate dolce finora per la Fiorentina, in attesa di eventuali
botti o che tutto continui com’è stato finora. E va già bene così.
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