Alla fine anche la Fiorentina
alza il suo primo trofeo. La notizia del giorno è proprio questa. I viola non
sono più a zero titoli, nella gestione Della Valle. Nella notte arriva la
seconda vittoria nella Coppa Euroamericana 2014, decisiva per l’assegnazione
del trofeo al Club Europa, costituito da Monaco, Atletico Madrid e Valencia
oltre che dai viola, contro il Club America rappresentato da ben nove selezioni
affiliate a CONCACAF e CONMEBOL, le due federazioni oltre oceano.
I due Club stavano 4-4, prima che
la Fiorentina scendesse in campo. Il suo risultato era quindi fondamentale, e
la soddisfazione per la vittoria è doppia. La Coppa è bruttina, esteticamente
parlando, ma è pur sempre la prima conquistata da quando – esattamente 12 anni
fa – Diego e Andrea della Valle rilevarono dal Comune di Firenze il titolo
sportivo della squadra di calcio raccolta dal fallimento di Vittorio Cecchi
Gori. Che aveva peraltro aggiunto l’ultimo trofeo alla storica bacheca (poi
riacquistata dai fratelli di Casette d’Ete) soltanto l’anno prima.
L’A.C.F. risorta dalle ceneri
dell’A.C. invece ha dovuto attendere fino a stanotte, e con lei i tifosi della
Fiorentina. Sorrideranno i tifosi di altre squadre più blasonate, ma è
importante che i giocatori in maglia viola abbiano alzato al cielo finalmente
qualcosa, per creare prima o poi un’abitudine a vincere, che è fatta prima di
tutto di sensazioni metabolizzate. Dispiace semmai la pressoché totale di
assenza di copertura mediatica da parte di quella che ostina a considerarsi
ancora come Televisione di Stato. Nel suo sessantesimo anniversario ormai la
R.A.I. sta all’informazione come Tavecchio al rinnovamento della Federcalcio.
La Fiorentina è solo una delle tante sue vittime, e pazienza.
Come dice l’enfant du pays in conferenza stampa, quel Juan Manuel Vargas che da
un paio di stagioni è riapparso come uno dei migliori acquisti di questo nuovo
corso viola, Della Valle 2.0, “la Fiorentina ha affrontato questa tournée con
serietà”. Detto da lui, ha valore doppio, soprattutto poi perché è vero.
Vincenzo Montella ha portato oltre Atlantico una squadra motivata in tutti i
suoi elementi, sia quelli già testati che quelli da sperimentare. I risultati
si sono visti, in occasione delle due sofferte vittorie e anche in quella
dell’immeritata sconfitta a San Paolo, dove ha pesato più un’incertezza del
portiere Neto che una reale differenza tra le due squadre.
A Lima, Estadio Nacional, il
tecnico viola schiera finalmente una formazione che può avvicinarsi a quella
tipo, al netto delle ferie (più o meno prolungabili) di Cuadrado e Aquilani. In
porta un Tatarusanu che mostra maggior sicurezza rispetto all’esordio,
risultando decisivo sulla prima azione pericolosa dell’Universitario. Dietro,
Roncaglia, Rodriguez, Savic e Vecino sono una discreta formazione, in attesa di
Basanta e di cos’altro sapranno scovare nei vari mercati e mercatini Pradé e
Macia. In mezzo, Brillante, Pizarro e Borja Valero ormai li conosciamo,
australiano compreso che sfoggia un’altra prestazione di qualità, a prescindere
dal gol che decide l’incontro.
In avanti, oltre a Vargas
finalmente Gomez e Rossi insieme. Era dal 15 settembre 2013 e dall’entrata
assassina del cagliaritano Agazzi che non succedeva. L’italiano appare più
avanti del tedesco, il suo recupero di un pallone che sembrava ormai perso
oltre il fondo in occasione del gol di Brillante (che dal limite dell’area non
perdona) è una prodezza che dimostra oltretutto che il ragazzo non ha paura a
fare anche le cose più difficili. Quelle che in Brasile avrebbero magari portato
avanti anche la patria derelitta, vero Prandelli? Chissà se sotto il Ponte di
Galata si fa uso di tappi per le orecchie, che probabilmente stanno fischiando
a più non posso.
Singoli a parte, la Fiorentina
gioca bene, tiene botta ad un Universitario che delle tre formazioni incontrate
in Sudamerica appare francamente quella più pericolosa e determinata. Il primo
tempo è divertente, oltre che “Brillante”. La ripresa più compassata, tra i
viola Rossi e Gomez lasciano il posto a Ilicic e Babacar, e almeno nel primo
caso qualcuno storce la bocca. Non era forse il caso di rivedere all’opera il
gioiellino Bernardeschi? Ma sono dettagli, nel finale Facundo Roncaglia sfiora
l’eurogol (al volo contro la traversa), la vittoria viola non è in discussione,
anche se l’ultima occasione è per i peruviani, con il portiere rumeno viola che
deve mandare in angolo. Ma i gol mangiati anche stanotte dalla Fiorentina sono
veramente tanti, e il pareggio sarebbe stato quindi una beffa.
Alza dunque la Coppa la
Fiorentina. E’ una sensazione antica eppure nuova per i suoi tifosi. E’ bello
vedere Juan Vargas, una volta detto El
Loco, correre felice sul prato di casa sua in mezzo ai bambini peruviani. E
Ilicic che lo “battezza” con la Coppa. Sembra tutto fantastico quando si vince.
E adesso? Adesso viene il bello.
La squadra ritorna in campo a Malaga il 10 agosto, finita la tournée
sudamericana comincia quella spagnola. La palla nel frattempo ritorna a Pradé e
Macia, che finora hanno “ridotto il monte ingaggi” e – si spera – preparato qualche
altra operazione “in entrata”. Ma soprattutto la palla passa a breve scadenza
ad ADV che si troverà faccia a faccia con JGC11. Per chi non gioca alla
Playstation, la traduzione è: tra un paio di giorni Andrea della Valle incontra
Juan Guillermo Cuadrado. Ogni commento è superfluo.
Vamos, Fiorentina.
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