A questo punto la cosa più
difficile per giocatori, dirigenti e tifosi è tenere i piedi per terra. Il 30
agosto all’Olimpico di Roma il campionato 2014-15 inizierà con il derby tra le
due squadre che hanno battuto il Real Madrid campione d’Europa. E tra le due,
Roma e Fiorentina, francamente quella che ha destato la maggiore impressione è
proprio quella viola.
Allo Stadion Narodowy di Varsavia
va in onda l’ultima delle amichevoli di lusso di questa strepitosa estate 2014,
per una Fiorentina che è riuscita a riscaldare il cuore dei propri tifosi
malgrado il tempo più inclemente a memoria d’uomo. Dopo aver saccheggiato
Sudamerica e Spagna vincendo in lungo e in largo, i viola si presentano qui
allo stadio del Popolo, lo stesso dove Cesare Prandelli colse la sua ultima
vittoria di prestigio con la Nazionale azzurra nella semifinale europea del
2012, Italia-Germania 2-1, per la terza sfida della loro storia contro il Mito.
Il Real Madrid di Di Stefano e
Gento spezzò il sogno viola di conquista della Coppa dei Campioni nel 1957. Due
anni dopo rese visita alla Fiorentina e concesse la rivincita nella Coppa del
Centenario (messa in palio dal quotidiano La Nazione per festeggiare 100 anni
dalla sua fondazione). I viola quella rivincita se la presero per 2-1, segnarono
Ramon Lojacono e Miguel Angel Montuori, accorciò Ferenc Puskas.
Altri tempi, altri giocatori. Il
Real dopo 55 anni è di nuovo campione d’Europa, la Fiorentina cerca di
riconquistare una dimensione internazionale confidando sulla buona salute dei
suoi assi, mancati purtroppo nella stagione scorsa. Nella “bella” contro il
Real le mancano Rossi e Cuadrado, tenuti a riposo a scopo precauzionale anche
se tale precauzione rispettivamente ha valenza diversa. Pepito aspetta di
sapere se potrà scendere in campo all’Olimpico per i primi tre punti dell’anno
che verrà. Cuadrado aspetta di sapere in quale campionato giocherà. E ormai,
come si dice a Firenze, siamo alle porte con i sassi.
Anche il Real scende in campo per
questa Coppa Supermecz messa in palio dai polacchi in formazione rimaneggiata.
In panchina schiera nell’ordine Sergio Ramos, Carvajal, Benzema, Bale,
Casillas, Pacheco e Pepe, una squadra di titolari a qualsiasi latitudine. Nomi
che fanno impressione al pari di quelli che vanno in campo. Di Maria è
ristabilito dall’infortunio mondiale, e lo dimostrerà. Khedira è al settimo
cielo per il titolo di campione del mondo conquistato un mese e mezzo fa, e il Real
dimostrerà di aver poca voglia di privarsene. E poi c’è Cristiano Ronaldo,
primo pallone toccato e subito gol, il Pallone d’Oro si presenta così.
Lo stadio del Popolo è una mezza
bolgia, i polacchi fischiano la Fiorentina, rea di aver rubato la scena al loro
Legia Varsavia. Sembra di giocare al Santiago Bernabeu, ma questa Fiorentina
non ha paura e lo fa vedere subito. Il rinato Babacar si mette in mostra subito
anche qui, i primi 10 minuti sono viola, poi incoraggiato dal gol di Cristiano
Ronaldo è il Real che prova a incutere timore, e per altri 10 minuti sembra
riuscirci. Ma si vede che per la Fiorentina è solo questione di prendere le
misure al grande calcio che conta, quando riparte ha un tocco di palla che ha
poco da invidiare a quello delle merengues. Mario Gomez vuole spaccare il
mondo, Borja Valero vuole far vedere alla Spagna intera che tra le Furie Rosse
c’era posto anche per lui, Marcos Alonso ha voglia di fare il figliol prodigo
di questo Real, Aquilani sembra Marco Tardelli, giocano tutti bene e anche
meglio.
Al 26’ Supermario viene pescato
in area madridista da Aquilani e segna un gol dei suoi. 1-1, da lì alla fine
del tempo due occasioni per parte. Nella ripresa si riparte con un Real che
vuole riprendersi il risultato, giocando di nuovo aggressivo ma finendo spesso
in fuorigioco con i suoi uomini gol. Dopo Di Maria, gol annullato anche a
Benzema per offside clamoroso. La Fiorentina stringe i denti e piano piano
viene di nuovo fuori, mentre dagli spalti qualche applauso comincia a
gratificarla, in corrispondenza del riscaldamento dell’enfant du pays Rafal
Wolski.
Escono Gomez e Aquilani, ma la
qualità pare non risentirne. Ilicic e Brillante vanno a sistemarsi in mezzo ad
una partita che sembra tingersi di nuovo di viola. Al 70 Firenze finalmente
sogna. Marcos Alonso, il ragazzino che la cantera del Real aveva scartato
qualche anno fa, conclude una azione caparbia in area merengue con un tiro su
cui Keylor Navas non può nulla. E’ apoteosi viola, e adesso si comincia a
guardare l’orologio. Quanto manca?
Nei 20 minuti che mancano più i 5
concessi di recupero dall’arbitro Stefanski incredibile a dirsi ma sarà proprio
la Fiorentina ad avere il maggior numero di occasioni per arrotondare. Al
delizioso pallonetto di Angel Di Maria fuori di un soffio rispondono Vargas con
una bomba impressionante da fuori area e Ilicic che manda fuori di pochissimo
in contropiede imbeccato da Bernardeschi, entrato in campo nei minuti finali
insieme a tutta la panchina viola. Le riserve fiorentine non tremano di fronte
a quelle – si fa per dire – madridiste e alla fine Rafal Wolski può andare ad
alzare la Coppa Supermecz sotto il cielo della sua Varsavia.
E adesso, chi glielo dice a
Firenze che questa era solo un’amichevole? Che i piedi devono stare ben saldi
per terra? Mannini è vendicato. Vencido y vencidor, siempre con honor.
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